Continua a far discutere il caso della lettera anonima portata in Parlamento dal Senatore Candiani, nella quale un presunto operatore Sogepu avrebbe rivelato l’esistenza di voti “pilotati” all’interno della stessa partecipata. Dopo la replica di Luca Secondi, arriva infatti anche quella del presidente di Sogepu Cristian Goracci, anch’esso citato nella medesima missiva:
Sento l’esigenza di esternare tutto il mio sconcerto e la mia più intima e convinta disapprovazione a fronte della gratuita e perniciosa vetrina che si sta offrendo ad iniziative di bassa lega e di mera propaganda, volte a colpire in questi ultimi giorni, senza alcun ritegno, la mia persona. Di certo, sarà data celere risposta che non potrà non soddisfare i pruriti di tutti gli indecorosi attori della volgarissima vicenda d’appendice che mi vede tirato in ballo in questi ultimi giorni, innescata da un semplice foglietto di carta straccia, di sicuro palesemente priva di sostanza, valore e, principalmente, riscontro
“Chiederò – aggiunge il presidente Sogepu – a chi è tanto convinto di poter brandire, a mò di strumento di discredito, quel grottesco libello anonimo, manifestamente preconfezionato e talmente farlocco da non essere nemmeno assistito da un nome di pura fantasia, di attivarsi davvero e prontamente e non certo, come sin qui ha fatto, con proclami sui mezzi di stampa né con comizi fuori porta. È mio personale pensiero che in un paese che possa definirsi civile, improntato sul genuino concetto di legalità, chiunque, prima ancora di prestarsi a simili trovate da avanspettacolo e da pessimo mercato delle banalità, dovrebbe riflettere più adeguatamente sul concetto di propria responsabilità personale”.
Va da sé che così come si trova tempo e diletto per sguazzare nel volgarissimo ed invertebrato esercizio della calunnia, additando gente perbene e trincerando tale contegno dietro esigenze di presunta trasparenza, è bene che se ne trovi dell’altro da impiegare non su scranni né sulle piazze virtuali dove in questi giorni, con qualche leggerezza di troppo, in molti stanno attardandosi nel dar fiato alle trombe del discredito e della berlina, bensì dinnanzi alle Autorità. In questo caso, a propria tutela
“Preannuncio infine – conclude Goracci – che ho rilasciato mandato al mio legale al fine di apprestare prontamente le doverose iniziative a tutela della mia persona, non ultime quelle dirette ad ottenere, com’è giusto che sia, pieno e satisfattivo risarcimento dei danni patiti a seguito di questa disdicevole vicenda. Tale richiesta sarà immancabilmente volta tanto verso le nobili ed onorevoli poltrone romane, laddove taluno è ancor oggi ostaggio della convinzione che il titolo che ricopre lo facoltizzi a iniziative di tal risma e ne renda comunque insindacabili le esternazioni, quanto verso gli assortiti frequentatori dei social network e in ogni caso verso tutti coloro che, tramite scritti e comunicazioni disparate, hanno ritenuto lecito postare ed esprimere commenti ed affermazioni di bassissimo tenore, volutamente diffamanti e calunniose, indirizzate alla mia persona”.