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Caso Cartasegna Corriere della Sera / L’avvocato “colpa dell’ordinamento”

Non si può certo dire che l’avvocato Mario Cartasegna sia uno che nega l’evidenza. Quando Gian Antonio Stella, firma di punta del Corriere della Sera, gli chiede della sua pensione da 651mila euro lordi all’anno lui semplicemente risponde: “Cosa dovrei dire, no grazie? (…) Lo so, è assurdo che incassi tutti questi soldi. Ma perché ve la prendete con me?”.

Secondo Cartasegna infatti bisognerebbe prendersela con l’ordinamento, quello che gli ha consentito come ben spiegato da Stella “oltre al posto fisso (come avvocato del Comune, ndr) e allo stipendio garantito (nel suo caso assai buono) dei dipendenti pubblici avrà una bella percentuale sulle cause come fosse non un funzionario «a tempo pieno» ma un legale con studio privato”.

Ma nella vicenda Cartasegna, che pure potrebbe avere nemmeno un cavillo fuori posto, badate bene, c’è di più. “Saputo di una sentenza del Tar del Lazio confermata dal Consiglio di Stato che dava ragione a degli avvocati dipendenti del Comune di Roma, riconoscendo loro il diritto di calcolare per la pensione anche le percentuali sulle cause vinte, (Cartasegna, ndr) chiede al Tesoro d’avere lo stesso privilegio. No, gli risponde il ministero”, ma il noto avvocato non arretra e presenta un ricorso al Tar. Qui Stella ci mette del suo e sia nell’articolo di ieri che in una successiva intervista pubblicata oggi ribadisce come i rapporti tra Cartasegna e il Tar Perugino non fossero certamente uguali a “quello che un anonimo impiegato dell’ufficio legale di un grande Comune avrebbe avuto al Tar di una grande regione, al di là della correttezza dei giudici…”, ed è a questo punto che Cartasegna parla di “veleni” per il modo in cui Stella ha spiegato che il Comune non si è mai opposto al quel ricorso.

Che poi, tanto per chiudere la storia Cartasegna ha vinto con tanto di recupero degli arretrati. Cioè l’unico avvocato del Comune in quel momento non fa ricorso contro se stesso e la cosa passa inosservata. Almeno fino all’anno scorso quando la “bomba” è deflagrata in tutta la sua potenza, fino ad arrivare ai programmi televisivi nazionali e alle colonne del quotidiano di via Solferino. In Comune le carte sono già pronte, c’è chi annuncia Odg, c’è una commissione che già sta verificando la legittimità della posizione Cartasegna e adesso come annunciato da Stella c’è anche un’indagine dell’Inps. Ma l’unica “carta che segna” qui, (e perdonate il basso gioco di parole) sembra essere “l’asso piglia tutto” dell’avvocato “delle cause vinte”.

L’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera

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