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Zone umide e ricorsi contro la caccia in Conferenza Stato – Regioni

Saranno discussi lunedì in Conferenza Stato – Regioni i nodi della caccia, dopo le sentenze dei Tar che hanno accolto alcuni ricorsi presentati dalle associazioni ambientaliste.

E se l’Umbria, con l’approvazione quest’anno del Calendario venatorio in anticipo rispetto al passato, quest’anno è al riparo da sospensioni dell’ultimo momento, il pronunciamento del Tar del Lazio, che ha dichiarato direttamente applicabile in tutti gli Stati membri il regolamento UE sul divieto di portare cartucce con il piombo nelle zone umide interessa anche i cacciatori del Cuore verde d’Italia. Dove, in base alla circolare interministeriale di febbraio, il divieto avrebbe riguardato la sola zona di Colfiorito.

Ora, invece, una interpretazione restrittiva della norma comunitaria potrebbe rendere vietato il trasporto delle tradizionali cartucce a meno di 100 metri da qualunque corso d’acqua. Cosa che, lamentano le associazioni venatorie, metterebbe i cacciatori a rischio contenziosi, in assenza di una chiara e definitiva interpretazione.

Chiarimento che secondo le associazioni venatorie riunite nella Cabina di regia (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Italcaccia, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura) può avvenire solo attraverso un decreto legge del Governo di emanare prima dell’inizio della stagione venatoria, per essere poi convertito in legge.

Il ministro Lollobrigida è stato invitato alla seduta di lunedì della Conferenza Stato – Regioni proprio per affrontare questo tema. Il ministro ha annunciato che convocherà il ricostituito Comitato faunistico venatorio proprio per affrontare in modo organico e definitivo il problema dei ricorsi che condizionano, fino ad impedirlo in alcuni casi, il legittimo svolgimento dell’attività venatoria.

Proprio in vista de del confronto in sede di Conferenza Stato – Regione i consiglieri regionali della Lega Manuela Puletti e Marco Castellari, accogliendo le istanze delle associazioni venatorie, hanno chiesto all’assessore Morroni di attivarsi presso il Governo perché si arrivi in tempi rapidi ad un decreto legge che riporti certezza tra i cacciatori.

I due esponenti della Lega, più in generale, ribadiscono l’opportunità che venga rivista la normativa che riconosce alle associazioni ambientaliste il gratuito patrocinio nei ricorsi. “Quanto accaduto nel Lazio – commentano – è un’ulteriore conferma del motivo per cui a nostro avviso il gratuito patrocinio a disposizione delle associazioni ambientaliste per legge nazionale andrebbe rivisto e tolto. In molti casi, infatti, da opportunità può diventare strumentale, perché utilizzato per frenare il regolare svolgimento dell’attività venatoria in calendario. Rischio, quest’ultimo, che in Umbria quest’anno è stato fortunatamente scongiurato grazie alla nostra pressione, perché la richiesta della Lega di anticipare l’approvazione del Calendario rispetto al passato è stata ascoltata”.

Nelle Marche le associazioni venatorie e l’assessore Antonini hanno votato all’unanimità un documento con il quale chiedono al Governo un intervento normativo sulle zone umide. Avviando nel frattempo una classificazione di quelle regionali, così da non far comunque trovare nell’incertezza i cacciatori nel caso si dovesse arrivare all’apertura applicando, in senso restrittivo, il regolamento comunitario. Altre iniziative simili sono state avviate in altre regioni italiane.