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Zio e nipote rubano in gioielleria, denunciati

I Carabinieri della Stazione di Amelia hanno denunciato a piede libero tre italiani, due per furto aggravato in concorso ed il terzo per ricettazione.

I militari amerini, sulla base della descrizione fornita dalla titolare ed utilizzando i filmati dell’impianto di videoripresa a circuito chiuso dell’esercizio commerciale, sono riusciti ad identificare i due autori del furto di monili da una gioielleria cittadina. La coppia, un 50enne ed un 32enne pregiudicato, rispettivamente zio e nipote ed entrambi di Penna in Teverina, con la scusa di scegliere un regalo per la moglie del più giovane, si erano fatti mostrare numerosi anelli.

I due, dopo aver accuratamente visionato i monili, hanno dichiarato che sarebbero tornati in settimana con l’interessata per evitare di scegliere un gioiello non di suo gusto. Ma in realtà la coppia non era uscita dal negozio a mani vuote infatti, distraendo abilmente con chiacchiere e richieste di spiegazioni la titolare, che in quel momento era sola nel negozio, erano riusciti ad impossessarsi con destrezza, senza farsene accorgere sul momento, di 2 anelli in oro bianco, uno con brillantini e l’altro con zirconi, per un valore complessivo di quasi 1.000 €.

Accortasi nel rimettere apposto la mercanzia dell’ammanco dei due oggetti, la donna, senza perdere tempo, ha avvisato l’Arma locale fornendo ai militari copia delle immagini delle telecamere interne. La conoscenza del territorio e dei soggetti di interesse operativo della giurisdizione hanno permesso dapprima ai militari amerini di identificare i due ladri e, dopo averne perquisito le relative abitazioni nelle quali hanno trovato ulteriori riscontri alla commissione da parte loro del fatto criminoso, di recuperare, presso una gioielleria di Orte la refurtiva che è stata restituita alla legittima proprietaria.

I malfattori, qualche giorno dopo il furto, come verificato anche dalle immagini riprese dalle videocamere dello stesso esercizio pubblico, hanno venduto gli anelli al titolare della vicina gioielleria laziale che, presumibilmente conscio dell’illecita provenienza dei monili, non ne aveva registrato il relativo acquisto sull’apposito registro e pertanto è stato deferito a piede libero per ricettazione.