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Vus, per SEL è tempo di una svolta nella gestione dell'azienda

di SEL Foligno (*)

Il gran parlare che si fa sulle vicende della VUS rischia di lasciare in secondo piano la questione più importante e cioè il fatto che intorno a VUS spa si sta giocando una partita di rilievo almeno regionale, che tocca direttamente gli interessi di tutti i cittadini. Da tempo infatti le aziende pubbliche multiservizi sono al centro di grandi appetiti privati, sostenuti da una campagna di opinione che non ha badato a spese nel prefigurare col consueto spreco di parole magiche (efficienza, professionalità e via ripetendo) i successi immaginari della gestione privata di beni e servizi pubblici, quali sono le reti di distribuzione di acqua ed energia o la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Quanto rilevante sia lo scontro lo dimostrano anche le ultime vicende politiche e finanziarie: da un lato la Banca centrale europea che fa proprie le pressioni del sistema finanziario e il senso comune dell’ideologia liberista, invitando perentoriamente a privatizzare tutto, dall’altro il referendum sull’acqua, che vede una grande maggioranza di cittadini difendere con successo i beni comuni.
Come è noto, la lunga ondata privatizzatrice si è fatta strada anche in Umbria, con la costituzione di aziende a capitale misto caratterizzate da intrecci societari piuttosto complessi, dietro i quali non è però difficile riconoscere il profilo di poteri forti e fortissimi, anche extraregionali. Cosicché VUS spa è ormai l’unica azienda multiservizi umbra la cui proprietà sia interamente in mano pubblica (i 22 Comuni dell’Ati 3, un quinto degli abitanti dell’Umbria): dunque un “residuo del passato”, dal punto di vista di chi sta concretamente mettendo le mani sul business delle aziende multiservizi; oppure, al contrario, il punto di riferimento di una rinnovata e qualificata gestione pubblica dei beni comuni, per quanti –come noi- sentono il dovere di tradurre in fatti la volontà espressa dai cittadini.
Anche per questo segnaliamo da tempo la necessità di una svolta nella gestione di VUS spa. Perché l’azienda arriva a questo appuntamento portandosi dietro il peso di gestioni poco adeguate e rischia – se non risolve rapidamente i suoi problemi- di non essere all’altezza della missione che le è stata affidata. I termini di questa svolta necessaria (che abbiamo segnalato con un comunicato di quasi un anno fa, e su cui siamo tornati a più riprese anche dopo la nomina del dott. Villa a Presidente di Vus spa, fino ad un documento congiunto elaborato –dopo la vittoria dei referendum- con i circoli di Sinistra ecologia e libertà di Spoleto-Campello-Castel Ritaldi-Montefalco, Trevi e Bevagna) sono noti:

  • il ritardo nella raccolta differenziata dei rifiuti urbani, legato sia (fino a qualche mese fa) ad uno scetticismo di fondo sulla scelta stessa, sia a problemi non risolti nella gestione del personale;
  • la necessità di investimenti sul risparmio e la gestione del servizio idrico, e dunque di realizzare un difficile equilibrio nella politica tariffaria;
  • la debolezza delle competenze scientifiche e organizzative nel decisivo settore delle energie rinnovabili.

Per questo, dicevamo già nello scorso settembre, “vanno nominate nei posti di responsabilità persone che abbiano esperienza specifica, sensibilità ambientalista e un retroterra culturale coerente con questi obiettivi”. Poteva essere, come noi chiedevamo, il profilo del nuovo presidente di VUS spa oppure, una volta nominato il dott. Villa, quello del nuovo direttore, come siamo tornati a chiedere nel giugno scorso: “è necessario trovare al più presto un dirigente con competenze tecniche tali da riportare la Vus sul binario dell’efficienza. Questo vuol dire per noi rinnovare l’invito che facemmo anche sulla scelta del presidente: la politica scelga guardando i curriculum e non le appartenenza politiche e territoriali”.
Altrettanto chiara era, in quel testo, la volontà di “tutelare la proprietà pubblica di Vus: alcune ipotesi avanzate in questi mesi sulla privatizzazione del ramo commerciale della vendita del gas non ci convincono. Non capiamo infatti perché vendere al privato quel ramo dell’azienda che più di altri produce profitti che possono essere utili per futuri investimenti”.
Credevamo di aver capito che queste due esigenze (tutela della proprietà pubblica e adeguamento del management) fossero condivise. Tanto più ci sorprende oggi prendere atto che siano stati presi contatti con Umbria energy per verificare la possibilità di fare cassa vendendo i gioielli di famiglia. Su incarico di chi ? perché una sola impresa? e perché proprio questa – tanto per cambiare, una partecipata dell’onnipresente ACEA? Ancora più sorprendenti le motivazioni addotte: “mancanza di adeguata managerialità nella VUS com in grado di competere nel libero mercato”. Non che il problema non ci sia, ed anzi siamo stati i primi a segnalarlo. Ma perché fosse affrontato e risolto. Vediamo invece che ora viene assunto come un dato non modificabile, e addotto come giustificazione a sostegno di una eventuale dismissione. Crediamo che non sia questo il mandato che i 22 sindaci hanno dato alla VUS, a nome dei 180,000 cittadini di questo territorio. In ogni caso, ci pare indispensabile che il Consigli comunali tornino a pronunciarsi, una volta per tutte, sulle molte questioni aperte, e ormai non più rinviabili.

(*) Sinistra Ecologia e Libertà, circoli di Foligno-Trevi-Bevagna-Spoleto-Campello-Castel Ritaldi-Montefalco