di Paolo Pacifici (*)
La gestione di rifiuti e acqua, servizi primari e beni comuni della collettività, rappresenta senza dubbio una delle priorità dell’agenda politica del nostro territorio. Quella di aprire un confronto tra amministrazioni e società civile sarebbe stata indubbiamente un’ottima strada per restituire ai cittadini la possibilità di partecipare direttamente alla gestione dei beni comuni. Purtroppo questo suggerimento non è stato seguito, così come sono stati ignorati gli inviti a ripensare le attuali forme di gestione dei servizi pubblici locali, in favore di strumenti tecnico-giuridici innovativi centrati sulla più ampia partecipazione diretta degli utenti e dei lavoratori.
Alcuni comuni dell’ATI3 hanno addirittura avviato il percorso per la privatizzazione del ramo rifiuti di VUS senza neppure tentare di percorrere la strada, prevista dalla legge, per non consentire che imprese private sfruttino a fini di lucro il complesso sistema di raccolta e gestione dei rifiuti.
Si provi a fare qualcosa di sinistra. Si eviti di piegare ogni volta la testa innanzi al mercato che pretende di impossessarsi dei beni comuni. La politica ricominci a descrivere un futuro di speranza per i nostri territori fatto anche di proposte ambiziose e innovative, che non si pieghino alle solite logiche di accordi al ribasso e all’idea della ineluttabilità dei processi di privatizzazione. Si ascoltino invece i cittadini, i consumatori, coloro che sono attivi nelle associazioni o nei comitati e i tanti italiani che con i referendum dello scorso giugno hanno chiesto a gran voce che i servizi pubblici locali devo essere pubblici.
Le forze politiche di centrosinistra dovrebbero comprendere le opportunità che potrebbero derivare per il nostro territorio non privatizzando la gestione dei rifiuti e investendo come istituzioni pubbliche sulla ricerca e sulla realizzazione di impianti moderni e innovativi, come ce ne sono in altre parti d’Italia e d’Europa. Questo sarebbe il modo migliore per favorire una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, volta al raggiungimento degli obiettivi di riduzione, riuso e raccolta differenziata in alte percentuali, in netta alternativa alle sempre più insistenti proposte di bruciare i rifiuti negli inceneritori o nei cementifici.
Anche per la gestione dei rifiuti, in conclusione, difendere la prospettiva di un assetto societario in cui la governance aziendale non sia affidata a soggetti privati, è l’unico modo per tutelare l’interesse generale della popolazione.
(*) Sindaco Campello sul Clitunno