Martedì 10 gennaio, presso il Circolo PRC di Bevagna, si è tenuta una riunione del coordinamento dei circoli di Rifondazione Comunista dell’Area Vasta “Foligno-Spoleto-Valnerina”, con la presenza del segretario provinciale Enrico Flamini, per definire la posizione del partito sulla “Valle Umbra Servizi spa”, anche in vista delle future decisioni che gli enti locali dovranno assumere in merito.
A questo proposito, il PRC ribadisce la propria volontà di mantenere i servizi pubblici locali interamente in mano pubblica. In particolare, per quanto riguarda l’acqua, come già anticipato pubblicamente all’incontro degli amministratori dei 22 Comuni dell’ATI 3 tenutosi a Trevi il 14 dicembre scorso, Rifondazione Comunista propone la trasformazione della “VUS spa” da società per azioni ad azienda speciale consortile, in modo da configurarla in una forma più coerente con l’esito referendario e sottoporla ad un controllo più efficace ed incisivo da parte degli Enti Locali proprietari. Con la trasformazione della VUS in azienda speciale, infatti, gli atti fondamentali della società come il contratto di servizio, i bilanci economici di previsione annuale e pluriennale, il conto consuntivo ed il bilancio di esercizio dovranno essere approvati dai Consigli Comunali, permettendo un più completo controllo democratico su quello che è un bene comune fondamentale delle nostre comunità territoriali. Allo stesso tempo, il PRC è favorevole all’istituzione di un comitato di sorveglianza con funzioni consultive, di controllo, di informazione, di ascolto e di concertazione sul servizio idrico, che preveda la partecipazione di una rappresentanza degli utenti, delle associazioni ambientaliste e dei lavoratori dell’azienda.
Per quanto attiene al servizio di igiene urbana, Rifondazione continua a ritenere che la norma che ne renderebbe obbligatoria la privatizzazione sia “incostituzionale”. All’indomani del referendum che ha abrogato tale obbligo, infatti, il Parlamento ha approvato una nuova norma (l’art. 4 della Legge 148/’11) che ne ripropone il medesimo contenuto, in aperto contrasto con l’esito referendario. Sulla questione è stato proposto un ricorso presso la Corte Costituzionale: per questo il PRC chiede che la decisione che gli Enti Locali vorranno assumere in merito al servizio di igiene urbana sia comunque subordinata al pronunciamento dei giudici costituzionali. Per un reale rispetto della volontà popolare, infatti, sarà necessario che ogni eventuale procedura di gara sia interrotta in caso di una sentenza della Corte Costituzionale che dichiari incostituzionale l’art. 4 L. 148/’11 e che, in ogni caso, non si proceda all’aggiudicazione prima che vi sia stato il pronunciamento della Consulta stessa. Sul punto, il PRC esprime la piena fiducia nei giudici costituzionali, che, coerentemente con un indirizzo giurisprudenziale ormai consolidato, sapranno salvaguardare la volontà dei cittadini manifestata con gli ultimi referendum.
Allo stesso tempo, Rifondazione non rinuncia a ritenere che il servizio di igiene urbana, anche per le evidenti correlazioni che ha con la salute, debba configurarsi come un “diritto” per i cittadini. I nostri concittadini, infatti, hanno diritto ad un buon servizio di igiene urbana (ed il relativo dovere di fare la raccolta differenziata) non perché sono “clienti” di questa o quella azienda, ma proprio perché sono “cittadini” dei nostri Comuni: anche questo tema dovrà essere affrontato dagli amministratori del territorio, in modo che le scelte che verranno fatte sui servizi pubblici locali siano coerenti con i valori di democrazia e di partecipazione propri delle nostre comunità locali.