Assisi

Vuole la carta d’identità nuova nonostante l’ufficio è chiuso per Coronavirus, denunciato

Nonostante le misure di contenimento del Coronavirus in atto, voleva a tutti i costi un duplicato della carta d’identità. E non ha esitato per questo a introdursi nell’ufficio comunale chiuso al pubblico. Alla fine, però, è stato denunciato.

E’ successo qualche giorno fa ad Assisi. Un 25enne inizialmente aveva chiamato telefonicamente l’Ufficio Anagrafe del Comune per chiedere se avesse potuto recarsi in ufficio per ottenere il duplicato della propria carta d’identità in quanto smarrita.

Alla richiesta dell’impiegata comunale di fornire un valido e comprovabile motivo di urgenza, vista la chiusura al pubblico dello sportello per i noti motivi, l’uomo non riferiva alcuna problematica particolare. Anzi, pochi minuti più tardi si è presentato fuori dall’ufficio comunale in questione.

L’ostinato cittadino, giunto proprio di fronte alla porta dell’ufficio comunale, ha contattato nuovamente l’impiegata. La quale ha confermato l’impossibilità di accontentare le esigenze dell’uomo. Chiusa la conversazione l’impiegata ha iniziato ad udire dei colpi sferrati sulla porta dell’ufficio e subito dopo si è accorta della presenza di un uomo che, forzatamente e contro la volontà del personale presente, era riuscito ad irrompere all’interno del Comune e ad arrivare fino in prossimità degli sportelli dell’Ufficio anagrafe.

Il soggetto, tra l’altro era entrato senza nessun dispositivo di protezione individuale per la prevenzione del contagio da coronavirus così da costringere invano l’impiegata a proteggersi il volto con le mani.

Provvidenziale è stato l’intervento degli agenti del Commissariato P.S. di Assisi subito allertati i quali riuscivano prontamente a bloccare l’uomo.

Dopo aver ricostruito la dinamica degli eventi, grazie anche alle dichiarazioni dei presenti raccolte dai poliziotti, il 25enne, con numerosi precedenti penali, veniva denunciato all’autorità giudiziaria per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e per il reato di cui all’art. 650 c.p. non avendo ottemperato alle disposizioni vigenti per il contenimento della diffusione del contagio da coronavirus.

Nella circostanza dei fatti né gli agenti di polizia né gli impiegati comunali hanno riportato lesioni.