Cellulare, tablet, computer, router: non importa dove ci si trovi o quali dispositivi si stia utilizzando, usare una VPN diventa spesso un’ottima risposta alla vulnerabilità informatica
Smart Working, il diritto di lavorare a distanza è salvo, almeno fino al 31 dicembre 2022 e almeno per i lavoratori fragili e genitori con figli under 14.
Tra datore di lavoro e collaboratore può essere poi firmato un accordo che consenta il lavoro agile anche in assenza di tali condizioni. Per molte aziende infatti lo smart working è comunque un vantaggio, pandemia o no.
Ma quali sono i rischi collegati a questa modalità professionale?
Certamente chi lavora a distanza lo fa con l’ausilio di strumentazioni che gli consentano di essere connesso con l’ufficio, i colleghi, un server. Dunque cellulari, smartphone, tablet e pc. La comodità è indiscussa ma la sicurezza invece viene messa in discussione eccome.
Tre sono le condizioni cui non si può prescindere:
- Protezione avanzata dei dati
- Connessione ovunque
- Velocità di navigazione
E se è vero che i dipendenti vanno sensibilizzati alla vulnerabilità informatica per non rischiare che cadano in trappole cibernetiche, è anche vero che il datore di lavoro deve rendere i dispositivi in uso ai suoi collaboratori più sicuri possibile. Ma è anche vero che la riservatezza dei propri dati deve essere una costante, non solo quando si naviga per lavoro, ma anche quando lo si fa privatamente, per fare shopping o per vedere un film per esempio.
Nasce così l’esigenza di trovare un VPN ossia una virtual private network, che possa proteggere i dispositivi digitali che servono di più. Si tratta in sostanza di un ponte sicuro tra la propria strumentazione e internet, per proteggere la privacy e il proprio IP con un colpo solo.
Cellulare, tablet, computer, router: non importa dove ci si trovi o quali dispositivi si stia utilizzando, usare una VPN diventa spesso un’ottima soluzione. Specialmente quando si viaggia all’estero oppure si lavora fuori casa, ma anche in tutti quegli scenari dove si effettuano transazioni finanziarie fuori casa, acquisti online oppure l’accesso ad account sensibili (come il proprio conto corrente, per esempio).