Orvieto

Volo della Palombella, gli animalisti: sostituire con un simbolo

La Lav, insieme all’associazione Gli Amici di Charlie, torna a protestare contro il Volo della Palombella, che si ripete a Orvieto il giorno di Pentecoste, per rievocare la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli. 

Come da tradizione, una colomba bianca, rinchiusa in un tubo di plexiglass circondato da una raggiera, è stata fatta discendere a gran velocità lungo un cavo per centinaia di metri, dalla Chiesa di San Francesco al sagrato del Duomo, fino a raggiungere, con un forte impatto, un baldacchino, simbolo del Cenacolo. Il suo viaggio è stato accompagnato da fumogeni fissati alla raggiera, proseguiti anche all’arrivo, momento in cui, vicino a lei, sono esplosi, con un grande frastuono, numerosi mortaretti, accompagnati da un boato finale. 

“Fino a non molti anni fa – ricordano dalla Lav – la palombella veniva addirittura legata ad ali spiegate alla raggiera di ferro, costretta a un volo innaturale immobilizzata in una posizione innaturale, subendo al contempo il rumore frastornante di scoppi e botti accanto a lei”.

Dagli anni Novanta numerosi gli appelli anche di personalità del mondo della scienza e dello spettacolo per non utilizzare più animali vivi. “La colomba – prosegue però la Lav – è ancora oggi imprigionata in una scatola di plastica e ancora costretta, per spettacolo, a subire una serie di azioni insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, che le provocano ingiuste sofferenze psicofisiche. Azioni che possono essere ritenute vere e proprie forme di maltrattamento, secondo quanto stabilito dall’art. 544 ter del Codice penale”. 

Le modifiche dal 2006

Nel maggio del 2006, il Consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo scriveva di aver apportato delle modifiche allo svolgimento della Festa, relativamente al trattamento dell’animale, nel rispetto primario della legge dello Stato (Legge 20 luglio 2004 n. 189, in cui si disciplinava specificamente la materia del maltrattamento degli animali anche nell’ambito di spettacoli o manifestazioni).  “Eppure – è il commento degli animalisti – purtroppo, ancora oggi si continua ad assistere ad una manifestazione che prevede l’uso di mortaretti e botti vicino ad un animale che non può liberarsi”. 

In un’occasione, nel 2011, la colomba riuscì a fuggire, arrivata al Cenacolo e, come narrano gli spettatori di allora, volò via lontano dalla piazza in festa, dopo aver rivolto un ultimo sguardo ai tanti occhi all’insù.

“Sostituire l’animale vivo con un simbolo”

“Perché – si chiedono dalla Lav – continuare a utilizzare un essere senziente? Non è l’animale vivo che deve dare valore alla festa, ma lo spirito religioso dei cittadini che anima la piazza”. 

E viste le evoluzioni conosciute da molte manifestazioni storiche, anche per la Festa della Palombella si propone di sostituire “un simbolo inanimato ad un uccello in carne ed ossa, e arricchirsi grazie a nuove idee, coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni, gli artigiani e gli artisti del territorio”. 

D’altronde, viene ricordato, pure la società dai tempi dell’origine della festa è molto cambiata. Oggi solo in Italia gli animali d’affezione sono 64,769 milioni, di cui 12,88 milioni sono uccelli (dati Euromonitor 2021) e, anche se la colomba non rientra in questa categoria, ciò è senz’altro segno dell’esistenza di un rapporto ormai molto stretto ed emotivo tra esseri umani e animali. 

“Si continua a giustificare il mantenimento della tradizione – attacca ancora la Lav – con disparate motivazioni ma maltrattare un essere vivente non può mai essere giustificato. E lo sosteneva anche San Francesco, divenuto simbolo cristiano del rispetto dovuto a qualsiasi specie, colombe comprese”. 

Per questo Lav Orvieto e Gli Amici di Charlie rinnovano al vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, Gualtiero Sigismondi, al Consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo, al sindaco e all’amministrazione comunale di Orvieto, la richiesta di “porre fine all’impiego anacronistico della colomba viva e la proposta di trovare insieme una soluzione alternativa per le prossime edizioni della festa”. 

“Pensiamo che sarebbe una dimostrazione di civiltà e di empatia nei confronti degli animali – concludono gli animalisti – e di tutti i cittadini e turisti sensibili al loro benessere, un passo avanti culturale di grande rilievo, che la meravigliosa città di Orvieto merita di compiere”.