Economia & Lavoro

Vodivì, parte da Spoleto il crowdfunding per la startup che coniuga moda e arte

Non borse, ma vere e proprie opere d’arte, che contengono dipinti fatti a mano, pietre intagliate, particolari che raccontano musei, paesaggi, opere d’arte. Sono le collezioni proposte da Vodivì, startup made in Spoleto che si apre alla città ed al mondo con una campagna di equity crowdfunding. Tutti, cioè, potranno partecipare, acquisendo delle quote societarie, a questo ambizioso progetto che vede già la partnership con importanti musei italiani, come la Reggia di Caserta.

L’innovativa e bellissima, è proprio il caso di dirlo, iniziativa è stata illustrata sabato mattina a palazzo Mauri dall’amministratore di Vodivì (acronimo di voglia di viaggiare), Luciano Lauteri, durante un incontro – moderato dall’eclettico Massimo Zamponi – che ha visto la presenza di rappresentanti istituzionali e di settore e di semplici curiosi. “Vodivì – ha spiegato Zamponi introducendo la mattinata – è un brand nato tre anni fa per valorizzare il territorio ed i materiali utilizzati attraverso gli accessori moda disegnati dalla stilista Beatrice Mezzetti”.

Le collezioni

Il rosone della chiesa di San Salvatore riprodotto su pietra

Diverse le collezioni proposte da Vodivì. Tra queste c’è la collezione Petra, che si ispira alla Valnerina. Come per lo zaino ispirato alla chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, purtroppo distrutta a causa del terremoto: il suo rosone è stato riprodotto su pietra rosa.

Le borse dipinte da Gene Pompa ispirate a Castelluccio

Sempre legata al territorio è la collezione Acquacolori, che celebra il lago Trasimeno, con inserti dipinti dal maestro giapponese Yuhaku.

Ancora più straordinaria la collezione Colordensity, pezzi unici ispirati a Castelluccio grazie alla maestria del pittore Gene Pompa.

Poi c’è la collezione dedicata ai musei, grazie anche ad accordi con gli stessi. Tra questi la Reggia di Caserta, il Palazzo Reale di Genova, il Palazzo Ducale di Gubbio, la Galleria nazionale dell’Umbria. Proprio con la Reggia di Caserta è stato siglato un protocollo d’intesa, approvato dal ministero per i Beni e le attività culturali, con cui è stato concesso a Vovidì il marchio del museo e grazie al quale la collezione di borse è presente all’interno del suo bookshop. “Possiamo in questo modo intercettare il milione di persone che ogni anno visita la Reggia di Caserta” ha spiegato Lauteri.

I rappresentanti istituzionali

A portare i saluti istituzionali all’incontro è stato il vice sindaco facente funzione Maria Elena Bececco. “Questo profumo di pelle che si sente qui – ha osservato – è garanzia della bontà di questi prodotti, ma la loro bellezza è ancora più evidente: indossare queste borse significa indossare anche un’opera d’arte.  Luciano mi ha parlato dell’investimento importante di una vita che ha fatto; sempre più spesso ci troviamo davanti ad aziende in crisi, per le quali il Comune non può fare più molto, è invece importante vedere nuove attività come queste, che possono essere supportate”.

Presente a palazzo Mauri anche l’imprenditore spoletino Carlo Petrini, di recente eletto come rappresentante dell’Umbria nella Giunta nazionale di Federmoda, sindacato di settore che rappresenta 72mila aziende italiane. “Ho trovato questo progetto innovativo – ha spiegato Petrini – non si parla di una borsa, ma di qualcosa che va oltre. Non è solo un bel prodotto: unire un prodotto di qualità all’arte è una cosa che non avevo mai visto nel mio lavoro”.

A sostenere Vodivì anche l’incubatore di imprese Umbria Risorse, con sedi a Terni e in Lombardia, che sabato ha partecipato all’incontro con l’amministratore delegato Marcello Bigerna. L’Hub ternana infatti ha sostenuto l’azienda spoletina con iniziative promozionali in Italia ma anche in Giappone. L’idea è infatti quella di legare l’attività promozionale di Vodivì ad iniziative turistiche.


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L’Equity crowdfunding

Selena Pellegrini

Vodivì, insomma, è un progetto imprenditoriale con potenzialità enormi, unendo il made in Italy, e quindi la qualità, all’arte ma anche alla tecnologia. Sì perché è stato già siglato un accordo con la ETT di Genova per sviluppare un progetto di realtà aumentata. Puntando al web, alla personalizzazione ed al digital showroom, cardini non del futuro, ma dell’oggi, come ha evidenziato Selena Pellegrini, esperta di marketing che affianca il team di Vodivì (composto anche da Pamela Lauteri, responsabile di produzione, Andrea Bernini, Ugo Galassi e Valerio Rossi oltre ovviamente alla stilista Beatrice Mezzetti ed all’amministratore Luciano Lauteri).

Quella che finora è stata una piccola azienda familiare, quindi, ora è pronta al salto di qualità, ad aprirsi al mondo. Il piano di investimenti è ambizioso ma concreto. Per questo Vodivì si apre al mercato, attraverso la piattaforma di equità crowdfunding Back to work 24 (rappresentata da Carmine Di Blasi). Un’opportunità di investimento da non perdere, anche perché acquistando capitale sociale (le quote sottoscrivibili hanno un valore minimo di 450 euro) si ha diritto ad una detrazione fiscale del 30%. L’obiettivo minimo di raccolta è di 75mila euro (6,25% di capitale sociale), quello massimo 375mila (31,25% del capitale sociale). Per acquistare le quote di Vodivì si deve entrare nel sito www.backtowork24.com, registrarsi con le modalità indicate oppure rivolgersi ai referenti indicati nel sito. La raccolta di capitali è iniziata sabato e durerà 60 giorni.

Il progetto prevede anche la realizzazione di una piattaforma e-commerce realizzata con la tecnologia della realtà aumentata in cui vendere le collezioni Vodivì ed integrata con la vendita nei bookshop dei musei partner. Ci sarà anche una app per indossare virtualmente e vedere  le collezioni, ma anche per vendere i servizi turistici prima, durante e dopo l’acquisto di  un pezzo della collezione o della visita al museo, compresi i biglietti di ingresso dei musei della rete Vodivì. Inoltre è prevista l’apertura di negozi in franchising in Italia ed all’estero.