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VITTIME SUL LAVORO: SI UNANIME DEL CONSIGLIO REGIONALE AL FONDO DI SOLIDARIETA'

Le famiglie umbre che perdono un proprio congiunto sul lavoro potranno beneficiare di un contributo straordinario, una tantum ed indipendente dai benefici riconosciuti alla vittima da altre forme assicurative. Il diritto riguarda non solo i lavoratori dipendenti o subordinati, ma anche artigiani, coltivatori e lavoratori autonomi in genere. Lo stabilisce la legge approvata nella seduta di ieri, a voti unanimi, dal Consiglio regionale che, significativamente ha aperto i lavori con un minuto di silenzio in memoria delle ultime quattro vittime verificatesi nell'esplosione della azienda di fuochi di artificio nell'orvietano, e subito dopo ha istituito il ‘Fondo di solidarietà per le famiglie vittime di incidenti mortali sul lavoro”, dotato inizialmente di 100 mila euro, ma che si potrà alimentare nel tempo con i proventi delle multe fatte nei cantieri che risultassero non in regola con le leggi sulla sicurezza, con sottoscrizioni volontarie di enti ed organizzazioni, con quello quelle dei singoli lavoratori chiamati a versare, volontariamente, l'importo di un'ora di lavoro. La legge inizialmente presentata dalla Giunta è stata modificata in parti essenziali in Commissione, con l'introduzione di un regolamento di gestione e con l'obbligo di prevedere una duplice erogazione del contributo: la prima da fare in parti uguali a tutte le vittime, nei giorni immediatamente successivi all'evento; la seconda, di importo comunque non superiore a tre volte la prima assegnazione, che verrà decisa dal Comitato sulla base del reddito e delle effettive condizioni finanziarie in cui si trovano gli eredi. Altra novità maturata in commissione prevede di estendere il contributo di solidarietà ai parenti più diretti della vittima: in primo luogo al coniuge, e in assenza di questi, ai figli; ai fratelli, solo quelli “in rapporto di dipendenza economica” con la vittima ed in ultimo anche ai soggetti “anagraficamente conviventi, (comprese le coppie di fatto) ma a condizione che il partner si ritrovi, “in rapporto di dipendenza economica”.A questa nuova formulazione della parte di normativa più contestata, si è arrivati dopo una breve sospensione dei lavori dell'aula, al temine della quale il centrodestra ha potuto dichiarare che tutta la minoranza, “per grandissimo senso di responsabilità” avrebbe votato la legge, avendo avuto assicurazioni anche sulla integrazione del fondo con tutte le somme derivanti dalle sottoscrizioni e sull'impegno della Giunta a non fa estinguere lo stesso fondo per le vittime. Un documento finale, sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, impegna il Parlamento anche in questa particolare fase politica ad approvare rapidamente i decreti attuativi necessari a rendere operativa la nuova legge sulla sicurezza del lavoro, la 123 del 2007. Presentando il disegno di legge il relatore maggioranza ha ripercorso il dibattito in atto a livello nazionale sul tema della sicurezza e delle troppe morti sui cantieri. Ha ricordato il varo del fondo nazionale di 2,9 milioni di euro che ha le stesse finalità della normativa umbra e la legge sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro, voluta dal governo, la 123 del 2007. Ha poi fatto riferimento alle recenti morti tragiche in Umbria ed ai risultati ottenuti in edilizia nel periodo della ricostruzione post terremoto con l'introduzione del Durc, fino al recente protocollo sottoscritto a Terni fra Asl e Thyssen Krupp. “E' in questo contesto, ha aggiunto, che si è arrivati al Fondo di solidarietà per le vittime in Umbria: uno strumento utili per superare le rigidità burocratiche e le pregiudiziali ideologiche nei confronti delle cosiddette coppie di fatto che di fatto sono realisticamente una situazione effettiva, difficile da ignorare. La legge, ha aggiunto, vuol essere un segnale di vicinanza delle istituzioni alle famiglie colpite dal dramma ed anche per questo sarebbe importante che il testo venisse approvato alla unanimità. Di “totale accordo” sulle finalità della legge, ha parlato subito dopo il relatore di minoranza che ha ribadito il pieno accordo sui fini delle legge evidenziando problemi sulla norma finanziaria che non dà garanzie per il futuro perché non sono previste forme di integrazione. Ma il vero motivo del voto di astensione in Commissione, ha precisato, “sta nella parte della legge relativa alle convivenze: perché la legge anche nel titolo fa riferimento esclusivo alle famiglie. Sarebbe stato meglio far riferimento solo alla presenza di prole”. Sul significato della legge il rappresentante della Giunta ha parlato di ‘atto di civiltà', condiviso da tutti che estende i suoi benefici a tutti i lavoratori, donne ed uomini, dipendenti o in proprio, senza distinzione alcuna. Dopo aver chiarito che il Fondo si alimenterà con uno stanziamento iniziale, cui dovranno aggiungersi tutte le somme provenienti dalla solidarietà volontaria, e che il governo regionale garantirà, comunque, le eventuali necessità aggiuntive, in caso di esaurimento delle disponibilità, ha sottolineato la necessità dei decreti di attuazione della legge nazionale, “che arriva dopo ben 28 anni di attesa e che le Camere sciolte dovrebbero comunque garantire nei prossimi giorni per non vanificare la normativa nazionale”.