Umbria | Italia | Mondo

Vitalizi, diritti (acquisiti) e rovesci

La telefonata, al cronista, arriva da uno che per trent’anni è stato tra i protagonisti della politica umbra. Entrato pure nella Stanza dei bottoni, anche se ora si è dovuto accomodare in tribuna. “Certo che, stavolta, avete proprio esagerato. Basta con questo populismo! E poi, da voi giornalisti, che avete campato per anni sui contributi pubblici… Quelli che voi chiamate ‘privilegi’ sono il giusto riconoscimento per un lavoro di grande responsabilità che è stato fatto. Vada pure che si pubblichino gli importi, ma tagliarli, così, giusto per inseguire i grillini sulla strada dell’antipolitica…”.  E quando il cronista prova a replicare, la sentenza: “I diritti acquisiti non si toccano. E’ ingiusto, è anticostituzionale!”. Già, come dissero i possessori di auto diesel quando fu introdotto il superbollo.

Tema della telefonata, per chi non lo avesse ancora compreso, è la legge, approvata dal Consiglio regionale, che taglia per tre anni, per una quota che varia dal 5 al 15% a seconda di quanto percepito, il vitalizio degli ex consiglieri regionali umbri. Pochi sono usciti allo scoperto per cercare di difendere il proprio assegno (uno, Sbrenna, lo ha fatto, lamentandosi anche della postilla alla legge approvata, che obbliga a pubblicare sul sito istituzionale i compensi percepiti), ma in tanti, in realtà, non l’hanno presa bene, anche se non se ne possono lamentare pubblicamente.

Mantra bipartisan

E le argomentazioni, per chi si è seduto sugli scranni a destra o a sinistra dell’emiciclo di Palazzo Cesaroni, una volta tanto sono le stesse. Nell’ordine: non stiamo rubando nulla, l’assegno è ai sensi delle norme al tempo in vigore; non sono questi i costi da tagliare, è solo populismo; è ingiusto limitare un diritto acquisito, perché le norme non si cambiano in corsa. Per votare il taglio, come hanno fatto gli attuali inquilini di Palazzo Cesaroni (già privati del vitalizio, in virtù di una legge approvata dai loro predecessori) e per dare evidenza a questa riforma (come hanno fatto, con malcelata soddisfazione, molti cronisti) bisogna essere “insensibili”, come direbbe un portierone tanto caro al nostro Paese.

Ricorsi in vista

In realtà, sulla scia di quanto avvenuto in altre Regioni, i consiglieri umbri, nel valutare il taglio da operare a danno dei loro predecessori, il problema di una bocciatura a fronte di un ricorso se lo sono posto. Da qui la soluzione soft: un taglio limitato nel tempo (tre anni appunto), tutto sommato di lieve entità (15% la sforbiciata massima), giustificato con la critica situazione economica complessiva.


Regione, tagli ai vitalizi degli ex consiglieri


Rischio boomerang

Ma il risultato (dura la vita del consigliere regionale medio, di questi tempi!) è che il provvedimento, fuori dall’aula, è stato salutato più con i fischi che con gli applausi. Perché in tanti si aspettavano che l’odiosa “pensione aggiuntiva” (per molti lo è, ben superiore ai contributi versati negli anni in cui si è rimasti in carica) fosse tolta del tutto. E poi, si è tornati a parlare dei compensi percepiti da chi fa politica a questi livelli. Cifre che, anche se ora risultano tra le più basse d’Italia, a molti lavoratori, di questi tempi, fanno comunque una certa impressione.

Ex consiglieri dagli avvocati col cane da tartufi

Tra le fila della maggioranza c’è anche chi ha dovuto spiegare, per giustificarsi, che di più non si poteva fare, proprio per non incorrere nella bocciatura dei giudici. Ai quali almeno tre ex consiglieri regionali (di loro abbiamo notizie sicure, ma saranno di più) intendono ricorrere e per questo si sono rivolti a noti legali perugini.

Altri ex consiglieri meditano vendetta. E per questo, intendono passare al setaccio ogni pratica e scontrino per i rimborsi che sia circolato tra le mani degli attuali inquilini di Palazzo Cesaroni. Sicuri che qualche magagna, qua e là, si troverà. E se lo dicono loro…

Consiglieri col “bidone della spazzatura al posto del cuore”

Chi non si accontenta di quella che ritiene essere una prima, lieve sforbiciata, sono i consiglieri regionali pentastellati. Che annunciano di voler perseguire, in caso di via libera dalle sentenze sui ricorsi pendenti: il divieto di cumulo degli assegni vitalizi; la sospensione del pagamento del vitalizio a seguito di interdizione perpetua dai pubblici uffici; l’adeguamento del requisito di età anagrafica per il conseguimento dell’assegno vitalizio all’età prevista per il diritto alla pensione di vecchiaia. A forza di mettere il naso soprattutto sulle vicende legate alla gestione dei rifiuti, Carbonari e Liberati devono avere ormai dei bidoni della spazzatura al posto del cuore.

Ricci con la calcolatrice

Claudio Ricci sposta l’obiettivo: i veri risparmi vanno effettuati negli 827 miliardi di spesa pubblica dove la prima voce è rappresentata dalle pensioni (32%): 270 miliardi, spiega, di cui oltre 9 sono legati a sistemi pensionistici contributivi maturati dopo pochi anni di attività. E se si arrivasse a risparmiare tanto, vuoi che non si trovi qualche spiccio per consentire la ricostituzione del gruppo Ricci Presidente?