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“Visioni Urbane”, in un volume l’esperienza umbra attraverso l’uso dei Puc

 “E’ stata sicuramente una delle ‘cose buone’ della politica umbra, quella di comprendere l’importanza dei centri storici e della loro rivitalizzazione, non soltanto fisica ma anche socio-economica”. L’assessore regionale alla riqualificazione urbana, Silvano Rometti, introducendo la presentazione del volume “Visioni urbane – La rivitalizzazione delle città dell’Umbria tra qualità e identità” realizzato dalla Regione Umbria e dall’Inu (Istituto nazionale urbanistica) sezione Umbria, che si è svolta oggi pomeriggio, venerdì 10 aprile, nel Salone d’Onore di Palazzo Donini a Perugia, ha ripercorso le tappe dell’azione amministrativa e politica della Regione Umbria che, a partire dagli anni 70, ha portato alla progettazione ed alla realizzazione di Piani Urbani che hanno inciso profondamente sul tessuto urbanistico delle città umbre.
“L’Umbria, anche per la dimensione “a misura d’uomo” dei suoi insediamenti – ha affermato l’assessore -, è stata in grado di contrastare con efficacia gli effetti negativi che la crisi produce sul tessuto economico e sociale delle città.
Sarebbe tuttavia illusorio pensare che una strategia d’intervento ispirata al paradigma del “piccolo è bello” possa garantire da sola risultati soddisfacenti. I problemi vecchi e nuovi che caratterizzano gran parte dei fenomeni urbani sono connessi tra loro e si alimentano a vicenda: il progressivo degrado della città costruita, la carenza di abitazioni, l’impoverimento dei servizi, la progressiva riduzione del diritto alla mobilità, financo alle conseguenze prodotte dai cambiamenti climatici in termini di dissesto idrogeologico, si accompagnano oggi a vecchie e nuove povertà ed accrescono le disuguaglianze sociali e le nuove forme di emarginazione. Aggredire le molteplici criticità e le nuove forme in cui si ripropone la questione urbana nelle città di ogni rango e dimensione, rappresenta uno dei compiti più impegnativi della politica dei nostri tempi.
Ma questo, a giudizio di Rometti, è anche il risultato tangibile di anni di politiche regionali che hanno posto al centro dell’attenzione il tema della rivitalizzazione degli insediamenti urbani, partendo dal recupero in senso fisico della città storica e delle periferie, per proseguire verso altre direzioni quali il sostegno al tessuto economico, agli operatori della piccola distribuzione, al diritto alla casa, alla mobilità, ai servizi urbani essenziali e a quelli innovativi come l’accesso alla rete, e altro ancora.

“Osservando le moltissime esperienze che hanno interessato tante città dell’Umbria – ha aggiunto l’assessore – si capisce immediatamente che l’esperienza dei Programmi Urbani Complessi ha saputo stimolare il protagonismo degli attori istituzionali e dei vari portatori di interessi, cittadini compresi. Non si rigenera un quartiere senza il concorso dei suoi abitanti né senza il coinvolgimento attivo dei suoi operatori economici. Si può iniziare dal rifacimento di un semplice marciapiede o dal recupero di uno spazio pubblico per estendere l’ambito di intervento al micro tessuto economico fino al tentativo ben più ambizioso operato con i PUC3 di rafforzare il sistema delle reti di relazione e di servizi tra centri minori. Una occasione preziosa – ha sottolineato l’assessore –che ha consentito a tante amministrazioni impegnate nello sforzo di rivitalizzazione degli spazi urbani, di restituire una visione del futuro alla propria comunità, di immaginare una nuova prospettiva di sviluppo per la propria città. Sostenere ed incentivare questi processi di progettazione partecipata e condivisa, attraverso l’impiego di risorse di varia natura e provenienza – quelle dello Stato, della Regione, della Comunità Europea – è stato un modo per riaffermare il bisogno di identità di tante “piccole patrie” che costituiscono nel loro insieme la nostra comune identità regionale. E’ senz’altro utile ricordare l’approccio seguito per la definizione dei programmi ispirato al cosiddetto “principio della consensualità” nel governo delle trasformazioni urbane, dove i Comuni promotori hanno dimostrato notevole capacità di confronto e di collaborazione con i molteplici portatori di interessi.

Nel corso degli anni sono state investite risorse per oltre 130 milioni di Euro e finanziati decine di programmi in Comuni di ogni dimensione. Molti altri, non meno interessanti, attendono di essere ancora finanziati ma confidiamo di poterlo fare nel prossimo futuro con le risorse che si renderanno disponibili nell’ambito del settennato 2014-2020.
Siamo oggi più che mai convinti – ha concluso Rometti – che perseguire con continuità la strada che abbiamo intrapreso rappresenti per una Regione come l’Umbria una direzione pressoché obbligata. Si tratta di un vero e proprio cambio di passo nel modo di intendere la rigenerazione urbana che ha trovato nei Programmi Urbani Complessi uno strumento che, come autorevoli istituzioni e enti di alta cultura come l’INU hanno puntualmente riconosciuto, ha saputo mettere a punto una strategia in grado affrontare con buone probabilità di successo un tema di vitale importanza per il futuro della nostra comunità regionale”.

Con i Programmi Urbani Complessi (Puc) 2, rivolti ai Comuni umbri con più di 10mila abitanti, in fase di completamento, con 11 Comuni finanziati, e 3 con popolazione inferiore a 10mila abitanti, con 48 Comuni che beneficeranno delle risorse attivate per i loro Programmi di sviluppo integrato, individuali o sovracomunali, la Regione Umbria ha compiuto un “cambio di passo” nel processo di rigenerazione urbana. L’integrazione fra il recupero e la riqualificazione della struttura urbanistica ed edilizia dei centri storici e la rivitalizzazione delle loro attività economiche ha rappresentato un elemento caratteristico dell’esperienza umbra fin dall’esordio dei programmi complessi su cui si è spinto ancora di più con la nuova generazione dei programmi integrati di sviluppo. Il volume “Visioni urbane – La rivitalizzazione delle città dell’Umbria tra qualità e identità” realizzato dalla Regione Umbria e dall’Inu (Istituto nazionale urbanistica) sezione Umbria, ne presenta risultati e obiettivi, con schede e analisi dettagliate.

Per quanto riguarda i Puc2, che attingono dalle risorse comunitarie la quota maggioritaria del finanziamento pubblico, gli 11 Comuni finanziati (Amelia, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Marsciano, Narni, Perugia, Spoleto, Terni, Todi, Umbertide) sono stati capaci di investire nella riqualificazione circa 510 milioni di euro, rappresentati per due quinti da finanziamenti pubblici e per i restanti tre quinti da risorse private. In particolare il Comune di Terni, che si è avvalso di tutte le occasioni create dallo Stato e dalla Regione, è riuscito a promuovere investimenti pubblici e privati per circa 87 milioni di euro. A Foligno sono stati effettuati investimenti per quasi 72 milioni di euro, a Città di Castello per circa 62,5 milioni, a Narni per oltre 60 e a Todi per oltre 58 milioni di euro. Dal rapporto fra investimenti totali e popolazione risulta un investimento medio per abitante variabile tra 272 (Perugia) e 3.437 euro (Todi), con una media di 1.010 euro/abitante per l’insieme dei Comuni. Tutti i Comuni si sono prefissi di migliorare la mobilità e l’accessibilità dei nuclei urbani con la realizzazione di parcheggi di interscambio (Amelia, Castiglione del Lago, Città di Castello, Foligno, Marsciano, Umbertide), di percorsi meccanizzati e sistemi di risalita ai Centri storici (Amelia, Castiglione del Lago, Foligno, Marsciano, Narni), e di passerelle ciclopedonali (Spoleto). Per quanto riguarda il sostegno alle attività produttive, gli interventi hanno interessato principalmente attività esistenti. A Perugia gli interventi finanziati dal PUC sono incentrati sulla ristrutturazione di cinema e teatri, mentre nel caso di Terni e di Narni i progetti riguardano il recupero e la realizzazione di mercati coperti. I Comuni di Amelia, Città di Castello e Narni, potenziano i servizi turistico-ricettivi con spazi promozionali per valorizzare territorio e prodotti.

Particolare attenzione alla diffusione delle nuove tecnologie per l’informazione e la comunicazione è stata dimostrata dai Comuni di Foligno, Narni e Perugia, che hanno presentato progetti per il cablaggio del centro storico e per la copertura Wi-Fi di piazze e percorsi pedonali. Per quanto concerne l’attivazione di interventi di genere e per categorie particolari di cittadini, rilevano i progetti di realizzazione di percorsi sicuri e protetti (Foligno, Perugia), l’incentivazione di strutture aggregative e assistenziali (Foligno e Narni, Spoleto, Terni e Umbertide), e la realizzazione di residenze protette (Marsciano).

I Puc3, che coinvolgeranno 48 piccoli Comuni, di cui 38 nei 9 Puc sovracomunali e 10 in altrettanti Puc individuali, si caratterizzano per l’introduzione di alcuni innovazioni, in primo luogo la promozione della riqualificazione è accompagnata all’invito ad aggregarsi per condividere progetti riferiti ad un territorio esteso e a opere di comune utilità. In sintonia con il bando regionale, finanziato con 15 milioni di euro poi innalzati a 23, i Puc3 agiscono su più ambiti: la qualità dell’ambiente urbano, la sfera sociale, l’edilizia residenziale, l’accessibilità secondo modalità ispirate alla sostenibilità, il turismo e la cultura, le attività produttive.
Per quanto riguarda i programmi dai Comuni in forma individuale, tutti prestano grande attenzione al miglioramento della qualità dell’ambiente urbano, potenziando il sistema dei servizi, elevando la fruibilità degli spazi pubblici, creando spazi di aggregazione e verde pubblico. Il recupero, l’adeguamento e la nuova realizzazione di edifici e di attrezzature per lo svolgimento di attività culturali, con lo sguardo progettuale rivolto alla promozione del turismo culturale, sono un ingrediente comune a quasi tutti i PUC3.
L’obiettivo che la Regione ha assegnato ai Puc3 sovracomunali (cui è stato riservato il 70% dei finanziamenti pubblici disponibili) è quello di rafforzare le “reti di relazioni” tra i centri abitati di più Comuni e di costruire “sistemi territoriali o tematici”. La qualità dell’ambiente urbano riferita all’insieme dei Comuni di ciascun Puc si conferma quale priorità progettuale. I Puc3 sovracomunali si qualificano per gli interventi in favore delle classi sociali maggiormente svantaggiate.
Numerosi PUC2 e i PUC3 hanno agito sul miglioramento dell’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. I Puc hanno concorso poi alla competitività del sistema economico, incentivando la nascita e soprattutto il consolidamento delle piccole imprese operanti nelle attività commerciali, turistico-ricettive, culturali, e nei servizi per i cittadini e le imprese. Insomma “una importante eredità che potrà essere utilmente spesa” per la nuova programmazione 2014-2020.