9 anni e 2 mesi per violenze sessuali e maltrattamenti in famiglia della ex moglie, 3 anni e 3 mesi per maltrattamenti in famiglia della seconda compagna: è esemplare la condanna che il Collegio giudicante del Tribunale di Spoleto (presidente Silvio Magrini Alunno, a latere Luca Cercola e Martina Marini) ha inflitto a un 45enne spoletino, molto conosciuto in città.
La condanna di primo grado è arrivata intorno alle 18 di ieri pomeriggio. L’uomo, che non ha mai presenziato alle udienze, era difeso dall’avvocato Marco Bellingacci del foro di Spoleto che, a quanto è dato sapere, in attesa di conoscere le motivazioni dei giudici, ha già preannunciato ricorso in appello.
La vicenda riguarda un lungo periodo di violenze denunciato dalle due vittime e che va dal 2003 al 2018.
Entrambe le donne, oggi non presenti in aula, sono della provincia di Perugia. A distanza di tempo si sono ritrovate a sporgere denuncia nei confronti dell’uomo con cui avevano avuto anche dei figli.
Per questo i due procedimenti penali sono stati riuniti. A sostenere l’accusa il pubblico ministero Federica Filippi che nella requisitoria ha ricostruito le tristi vicissitudini a cui le due donne e i loro figli sono stati sottoposti.
Il Tribunale ha accolto la richiesta del Pm, riconoscendo l’uomo colpevole di violenze sessuali nei confronti della ex moglie e di ripetuti maltrattamenti in famiglia (la donna, che ha un figlio e che si è costituita parte civile, è assistita dall’avvocato Laura Fiorani del foro di Spoleto): per questi reati l’ex marito è stato condannato a 9 anni e 2 mesi. Su questa condanna potrebbe però intervenire la prescrizione.
3 anni e 3 mesi, invece, sono stati comminati per i maltrattamenti di cui lo spoletino si è reso autore anche con la seconda compagna, dalla cui relazione ha avuto un figlio.
Nel corso delle udienze dibattimentali il collegio giudicante ha sentito numerosi testimoni tra medici, agenti delle forze dell’ordine, assistenti sociali e rappresentanti del centro antiviolenza.
Lo spoletino è stato inoltre condannato alla interdizione perpetua dai pubblici uffici, dagli uffici di tutela, e alla libertà vigilata una volta espiata la pena nonché a una provvisionale di 30mila euro in favore dell’ex moglie.
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