Città di Castello

Violenza sulle donne, in Altotevere 280 chiamate in un anno al Centro “Medusa”

La violenza contro le donne riguarda tutti, è un fenomeno trasversale e pervasivo che ha radici profonde nella nostra cultura e anche nel nostro territorio, in Altotevere”.

E’ quanto hanno dichiarato stamattina (24 giugno) il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Bassini nell’incontro in Comune con i firmatari del protocollo per la costituzione della “Rete Territoriale interistituzionale antiviolenza”, sottoscritto circa un anno fa.

L’occasione ha permesso di tracciare un bilancio dell’attività del centro antiviolenza “Medusa”, grazie al quale è venuta a galla una realtà dell’Altotevere che invoca attenzione per la drammaticità dei numeri.

Sono state 280 le chiamate al numero telefonico 353.4164699, che ha svolto attività di accoglienza telefonica h24 e 7 giorni su 7, dietro alle quali sono stati effettuati 76 colloqui, che per 26 donne hanno aperto anche le porte dell’accesso ai servizi gratuiti del centro per assistenza, consulenze psicologiche e legali, affiancamento nella fruizione dei servizi, procedure amministrative-burocratiche e nel percorso giudiziario successivo alla denuncia di violenza”, hanno spiegato la presidente dell’associazione ‘Libera…mente Donna’ Elena Bistocchi, la referente del centro antiviolenza “Medusa” Maria Luisa Favitta e la consigliera Barbara Signorini.

L’attività del centro ‘Medusa’ ci ha rivelato che anche la zona di Città di Castello e dell’Altotevere ha necessità di un presidio a tutela delle donne”, ha chiarito Favitta, sottolineando come “i numeri nel contesto della pandemia siano stati molto alti, perché il lockdown, le restrizioni negli spostamenti, ma anche le difficoltà occupazionali ed economiche, hanno acuito le manifestazioni della violenza, facendo completamente saltare tutte quelle strategie di sopravvivenza che permettono alle donne la gestione dell’uomo violento”.

In Municipio, a rinnovare il proprio impegno a supporto della rete antiviolenza comprensoriale, erano presenti la dirigente dei Servizi Sociali tifernati Giuliana Zerbato, la responsabile di settore Lorenza Scateni, il segretario del Centro Pari Opportunità Regione Umbria Elda Rossi, i rappresentanti dei Comuni di Umbertide, con l’assessore Annalisa Mierla, e San Giustino, con l’assessore Andrea Guerrieri, la Polizia di Stato con il sostituto commissario Maurizio Alessandrini e i Carabinieri con il luogotenente Massimo Belardi e il brigadiere Davide Pettinari, l’Usl con Anna Maria Cerboni e Margherita Petri del Pronto Soccorso tifernate e Stefania Vitaloni del Distretto Altotevere.

Grazie alla donazione dell’opera dal titolo “Autoritratto” da parte dell’artista tifernate Giovanna Rossi, la sede del centro “Medusa” in via Luca Signorelli, a Città di Castello, sottolineerà d’ora in poi anche visivamente il messaggio che le donne non debbano mai abbassare la testa di fronte alla violenza. “Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità, per questo siamo determinati a portare avanti l’attività della rete comprensoriale nell’ambito della programmazione dei servizi della Zona Sociale 1”, ha rimarcato l’assessore Bassini, ringraziando tutti i rappresentanti istituzionali, delle forze dell’ordine e dell’associazionismo presenti per l’impegno nell’accoglienza e nell’aiuto delle donne.