“La Giunta regionale si impegni a sostenere le iniziative del Comune di Marsciano ed a promuovere ogni utile azione politico-istituzionale di governo del territorio affinché non si realizzi il previsto stoccaggio nella zona di Cerro di Marsciano né in altri luoghi con analoghe problematiche e, se necessario, a rivedere la normativa regionale per accrescere la compatibilità di attività insalubri con il territorio”.
Lo chiede una mozione firmata dal capogruppo socialista all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Massimo Buconi, che propone anche di attivare “un tavolo di confronto con la proprietà, le istituzioni e le agenzie interessate, affinché si possa giungere ad una soluzione condivisa della vicenda”.
Il consigliere regionale del Psi ricorda “le reiterate preoccupazioni espresse da moltissimi cittadini, anche tramite petizione e documenti di associazioni, in merito all’autorizzazione della Provincia di Perugia per la struttura: un atto che contiene puntuali e complesse prescrizioni, che da sole evidenziano con chiarezza le criticità derivanti dalla prevista attività di stoccaggio di vinacce e sono le migliori testimoni delle legittime preoccupazioni dei cittadini e dell’Amministrazione comunale (considerate anche le ventennali discussioni di cui è oggetto il sito di Ponte Valleceppi di Perugia)”.
Massimo Buconi evidenzia inoltre “l’ordine del giorno unanimemente approvato dal Consiglio comunale di Marsciano il 15 luglio 2014, che fa proprie la contrarietà della popolazione e della Giunta comunale, che in conferenza di servizi ha espresso parere negativo. Il parere dell’Amministrazione non può essere secondario rispetto alla gestione del proprio territorio, anche perché la Giunta marscianese ha promosso un ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro l’autorizzazione concessa dalla Provincia”.
L’esponente socialista ritiene infine “opportuno individuare luoghi e soluzioni alternative, che per la loro ubicazione diano garanzie di compatibilità con gli insediamenti civili, con l’ambiente ed il territorio, senza demandare ciò a complessi accorgimenti continuativi gestionali che per loro natura si espongono a inevitabili criticità”.