Spoleto

Vigili Fuoco Spoleto, il commovente salvataggio di Ginetto | Video

Una vera e propria impresa, otto ore di lavoro, tra rabbia e speranza, e una ostinazione a non mollare finché Ginetto non fosse stato tratto in salvo: c’è tutto questo nel commovente video che racconta lo sforzo compiuto dai Vigili del Fuoco di Spoleto, accorsi a Passo d’Acera, nel territorio comunale di Campello sul Clitunno, in provincia di Perugia, dopo la disperata chiamata del padrone del segugio maremmano finito in un cunicolo carsico dal quale non riusciva più ad uscire.

Video che Tuttoggi.info può mostrare in anteprima grazie alla disponibilità di Nicola Calabresi, il cacciatore spoletino proprietario di “Gino”, anzi “Ginetto” come è stato ribattezzato il cane. E’ lo stesso Nicola a raccontare quelle drammatiche ore: “Ero impegnato in una battuta di caccia al cinghiale insieme ad altri compagni quando, nel fare ritorno alle auto, ho scoperto che Ginetto non era con gli altri cani”.

Tutti i cacciatori si mettono quindi alla ricerca del segugio, ripercorrendo a ritroso la strada impervia fatta all’andata, urlando il suo nome, scrutando in terra per cercare eventuali tracce. Niente. Solo poco prima delle 13 una prima scoperta, quasi un miracolo: nei pressi dell’ingresso di un cunicolo carsico viene ritrovata la pettorina di Ginetto, il corpetto che viene fatto indossare ai cani per limitare al minimo il rischio di morte o di ferite in caso di attacco dei cinghiali. Insieme alla protezione ci sono anche i due collari, quello del gps e del sonaglio che Nicola usa far indossare al proprio fedele amico a quattro zampe.

I cacciatori intuiscono che il cane è dentro il cunicolo e decidono di allertare i Vigili del fuoco, gli unici in grado di poterlo salvare. Una squadra arriva sul posto con le stesse attrezzature utilizzate per individuare uomini e animali rimasti sotto le macerie: una sonda collegata ad un monitor in grado di “scrutare” il cunicolo, rilasciando le immagini ad un computer portatile gestito in superfice dagli operatori.

Ginetto è a più di otto metri di profondità, impaurito, senza molte possibilità di muoversi per ritornare sui suoi passi e riguadagnare la libertà. Al fianco di Nicola arriva da casa anche la compagna, Eleonora Capitani: la coppia ha due figli e tutti e quattro sono innamoratissimi di Ginetto, il più esperto ma anche il più affettuoso dei cani che Calabresi accudisce e utilizza per le battute di caccia.

“Sono state ore di angoscia” racconta a Tuttoggi “non nascondo la mia disperazione. I Vigili del fuoco di Spoleto sono stati grandiosi, professionali, di una umanità e generosità senza uguali. Quando mi hanno detto ‘tranquillo Nicola, da qui non ce ne andiamo senza Ginetto’, ho capito che ce l’avremmo fatta”.

Con il passare delle ore prende corpo l’idea che si debba aspettare la luce del giorno per consentire l’arrivo di una attrezzatura in grado di demolire le rocce e gli spunzoni calcarei che non consentono al segugio di recuperare la superfice. Non resta che tentare l’ultima carta, se si vuol evitare che Ginetto resti per tutta la notte in quella morsa carsica, rischiando di farsi ancora più male. Nicola comincia a strillare a squarciagola, dandosi il cambio con Eleonora e altri cacciatori, così che le urla indichino in qualche modo la “strada da seguire” e il cane tenti la risalita. Ginetto intuisce e comincia così una risalita, affatto facile, decisamente dolorosa.

La sonda dei vigili del fuoco gli illumina il cammino e solo verso le 20, dopo più di sette ore di lavoro, ecco spuntare la prima zampetta. Ginetto è salvo. Una scena ripresa da una telecamera che inquadra l’abbraccio con il padroncino. Ma svela anche la commozione dei vigili del fuoco di Spoleto presenti alle operazioni di salvataggio, “i veri eroi di questa avventura finita bene” conclude Nicola.

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