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Vie navigabili interne, il Tevere da Perugia a Roma

“Un appropriato sviluppo del territorio, della sua messa in sicurezza e della conseguente ripresa economica attraverso l’incremento della competitività dei territori, la valorizzazione del patrimonio, naturale – artistico – storico – culturale ed una più ampia offerta turistica, passa anche attraverso la riscoperta delle vie navigabili interne ed in particolare del Tevere da Perugia a Roma”. E’ il messaggio del workshop che l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Perugia in collaborazione con la Consulta Nazionale dell’Ingegneria e dell’Architettura, conIA, ha organizzato questa mattina, venerdì 27 marzo, nel Salone d’Onore di Palazzo Donini a Perugia.
“Il Tevere rappresenta un importante elemento di congiunzione tra vari territori, caratterizzati da aree a parco e a vocazione agricola; paesaggi naturali che unitamente a centri storici di grande prestigio rendono l’ambiente unico, vivo ed affascinante lungo tutto il corridoio fluviale dalla sorgente alla foce – ha affermato l’assessore regionale all’ambiente Silvano Rometti, che è intervenuto ai lavori. Il fiume ha sempre rappresentato una risorsa per lo sviluppo del territorio e la sua navigabilità è un elemento unico per la vivibilità e lo sviluppo del territorio. Perugia e la sua provincia incidono per il 98 per cento sul bacino del fiume Tevere e tutta l’area opportunamente valorizzata rappresenterà un’ulteriore attrattiva turistica.
Si tratta, pertanto, – ha proseguito l’assessore – di dar vita ad un’adeguata integrazione del principio di sostenibilità con quello dello sviluppo delle aree economiche elaborando strategie che sappiano coniugare la valorizzazione e la conservazione dei territori. Nei tratti non navigabili il sistema di trasporto dovrà essere supportato ed integrato da un trasporto a terra di slow mobility un vero e proprio turismo “lento” sostenibile.
Le vie navigabili interne, lacuali e fluviali, di cui l’Umbria è ricca potranno così assumere un ruolo strategico nello sviluppo e salvaguardia del territorio unitamente alla sicurezza dello stesso. Si potrà dare impulso così – ha concluso Rometti – ad una nuova forma di economia, basata sulla sostenibilità dei beni e dove si possono studiare progetti relativi a percorsi naturalistici, trekking, cavallo, bici, aree di sosta, ed anche la realizzazione di porti a secco e di aree attrezzate per l’attracco che permetteranno di vivere in modo adeguato il fiume e di conoscere il territorio, i centri storici e le tipicità dei luoghi. Il tutto nel quadro della politice e degli strumenti, come i Contratti di Fiume o il Piano di mobilità dolce, contenuto nel Piano regionale dei trasporti, che la Regione dell’Umbria ha adottato e portato avanti in questi anni”.

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