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Vicenda campo Rom, allarmismi e tardive risposte

Il sindaco Nando Mismetti, in una nota ufficiale ha bollato la paradossale vicenda del ‘campo Rom più grande dell’Umbria’ come ‘una sorta di pesce d’aprile’.

S’è trattato più che altro di una sorta di psicosi allarmista internettiana, tutto – o quasi – si è infatti scatenato, sviluppato e – ci si augura – concluso on line, sulla grande rete globale, divenuta ormai di fatto la nuova grande, sterminata Agorà.

Si parte con un post su Facebook del tipo ‘A Foligno nascerà un campo nomadi, forse più grande dell’Umbria’ e via che cominciano i commenti, si passa dai social a qualche pubblicazione del ‘lancio’, che fa clamore e letture, su alcuni giornali locali. Scorrono le ore, i giorni, il clima è già infuocato di suo, la gente è stanca (anche nel vero senso della parola) ma calvalca, sempre più infuriata e partecipa l’onda dell’indignazione. Così si passa dal divano e computer al sit-in in strada,  all’organizzare un comitato per raccogliere firme, insomma alla classica ‘mobilitazione fisica’.

Il tutto per una notizia, che se solo fosse stata verificata, sarebbe apparsa per quella che è: una bufala.

I cittadini che sentono ormai lontane le istituzioni ed i loro rappresentanti, considerandoli chiusi nei Palazzi e lontani dalle ‘voci del popolo’ affidano la loro voce (a volte le proprie urla, magari disperate) ai social network, convinti così di far arrivare il proprio verbo all’universo che li circonda e perchè no proprio ‘al mondo intero’.

Ma le dichiarazioni sui social lasciano il tempo che trovano, magari possono ottenere qualche Mi Piace, scatenare dibattiti infiniti con centinatia di commenti, tenere banco per ore e ore con i cosiddetti ‘leoni da tastiera’ pronti a dire la loro, magari oltrepassando, con insulti e linciaggi mediatici, il limite della diffamazione, molte volte anzi, oltre il limite di quanto consentito dal buon gusto prima e delle leggi poi.

Il grido d’allarme di un cittadino, è pur sempre importante, anche se appare solo come un’iconcina del computer, dietro un profilo con tanto di nome e cognome. Sì, ma pur sempre da verificare perchè chiunque può essere chi vuole, volendo…

Così come può essere più o meno autorevole un gruppo su Facebook: più o meno interessante, più o meno seguito, ma pur sempre un gruppo su Facebook resta, e non potrebbe nemmero sostituire o somigliare ad un sito istituzionale, figuriamoci se può diventare una fonte certa di notizie.

Chi ha lanciato l’allarme l’ha fatto certamente in buona fede, così come chi ha avuto il coraggio e la gentilizza di ospitarlo.

‘Starebbe’ poi ai giornalisti, professionisti dell’informazione, che hanno l’onore e l’onere di verificare fonti attendibili e fatti concreti, trasformare tutto ciò in notizia, trattarla secondo le regole deontologiche e quindi, in ultimo, dare per l’appunto informazione alla cittadinanza.

In questa vicenda però sono saltati svariati passaggi, non certo secondari, e – come si dice in gergo – ‘il mostro è stato sbattuto in prima pagina’ senza nemmeno sapere cosa questo mostro avesse fatto, nè tantomeno se mostro lo fosse realmente.

La ‘psicosi zingaro’ e la compulsione da social network hanno finito per alimentare tutto, anche se andando a stringere, di questo ‘tutto’ c’era ben poco se non addirittura niente.

Dall’altra parte, usciti i buoi, ecco entrare in scena la politica: grande la smania di arrivare primi, di dire qualcosa, di prendere posizione, l’ansia di esserci. Insomma, sempre meglio lanciare il cappello e prendere posizione, poi semmai si vedrà come andrà a finire.

Così passato il fine settimana di ‘euforia’ montante sopra a una non-notizia, ecco arrivare una pioggia di comunicati, prese di posizione, attacchi trasversali, alcuni comunque pertinenti e competenti, altri un pò meno, altri per niente, alcuni decisamente fuori luogo.

E con il polverone mediatico-politico-sociale è ai massimi livelli, quando ecco che il sindaco Nando Mismetti, tirato in causa a non finire (spesso anche in maniera tutt’altro che diplomatica) decide di intervenire e di informare la cittadinanza, dicendo che che “il Comune di Foligno è subito intervenuto, con un’ordinanza, per chiedere la sospensione immediata di qualsiasi attività edilizia in un campo agricolo privato per il quale non c’è stata alcuna richiesta da parte del proprietario, né autorizzazione da parte dell’Ente”.

Il primo cittadino sottolinea inoltre che “la polizia municipale ha effettuato sopralluoghi, anche con i tecnici del Comune e continuerà a svolgere attività di monitoraggio della situazione. Intendo, però, mettere in evidenza che nessuno ha mai parlato di un campo rom in quel terreno agricolo: rappresenta, quindi, una sorta di pesce d’aprile” rilevando persino che “non è possibile mettere in giro voci incontrollate ed allarmistiche, anche con commenti palesemente diffamatori sui socialnetwork”.

L’amministrazione comunale smentisce, tranquillizza, mette tutti a tacere e minaccia persino azioni legali.

Sino a prova contraria le verità, almeno quella ufficiale, è questa, anche se gli strascichi polemici non si sono ancora del tutto placati.

C’è chi continua a dire che, ad ogni modo, se il polverone non si fosse alzato, forse non si sarebbero nemmeno diradate le nubi dei dubbi e delle preoccupazioni: difficile dargli torto, anche perchè, come diceva uno come Andreotti ‘a pensare male si fa peccato ma …’