(carcer) – Il Tar del Lazio ha rigettato anche gli ultimi tre ricorsi avviati da alcuni componenti dell’ex board di Banca Popolare Spoleto per annullare il commissariamento disposto un anno fa da Banca d’Italia e Mef. Le ultime misere speranze si sono infrante questa sera quando, poco dopo le 19, sul sito della giustizia amministrativa sono state pubblicate le sentenze a fronte dei ricorsi presentati disgiuntamente dall’ex vicepresidente Michelangelo Zuccari e dagli ex consiglieri Claudio Umbrico e Marco Carbonari, tutti difesi dagli avvocati Mario Rampini e Giovanni Corbyons.
La Terza Sezione (composta dal presidente Carlo Taglienti, dal consigliere Pierina Biancofiore e dal consigliere estensore Francesco Brandileone) ha infatti respinto i tre ricorsi compensando le spese fra le parti. I dispositivi seguono quelli già emessi sui ricorsi decisi a febbraio 2014 (su 3 ex membri del Cda Bps) e ottobre 2013 (l’intero Cda della controllante Scs).
Slitta vendita – intanto la vendita della Spoleto sembra destinata ancora a slittare. Era l’11 febbraio scorso quando il professor Gianluca Brancadoro, commissario straordinario inviato dalla Vigilanza a mettere in sicurezz aa Bps insieme ai colleghi Boccolini e Stabile, aveva annunciato a Radiocor in “7-10 giorni” il tempo necessario per procedere all’aggiudicazione. Di giorni ne sono passati trenta e su piazza Pianciani regna una qualche incertezza. Fonti non ufficiali annunciano che la cordata Clitumnus, in corsa con Banco Desio e della Brianza (sempre più favorita all’acquisto), si sarebbe ‘sfaldata’: Bankit avrebbe auspicato una soluzione pilatesca con Desio a rilevare il pacchetto di maggioranza (almeno il 51%), e Clitumnus la quota restante. Soluzione che non è piaciuta a Coop Centro Italia che si sarebbe ritirata dalla partita come pure alcuni imprenditori spoletini e umbri. Interessati ad una quota rimarrebbero però il gruppo Colacem del cavaliere Carlo Colaiacovo (e probabilmente la Fondazione CariPerugia presieduta dallo stesso imprenditore) cui si affiancherebbe anche il tycoon delle cliniche laziali e pugliesi Angelucci (che lo scorso anno ha rilevato il pacchetto di maggioranza della Edib, editrice del CorUmbria). Da piazza Affari però trapela che lo stesso Desio non sarebbe molto ben disposto a cedere un pacchetto, seppur di minoranza. Ed è probabilmente su questo nodo che i commissari continuano a lavorare per arrivare a una soluzione definitiva. Senza considerare un nuovo guaio finanziario che sarebbe piombato proprio in queste ore sul cielo di piazza Pianciani: si tratta di un affidamento di circa 6 milioni di euro che Bps avrebbe concesso in almeno due tranche e nei mesi antecedenti il commissariamento, ad una nota società di Perugia che sarebbe oggi esposta sul mercato per circa 20 milioni. Un’altra ‘sofferenza’ che, se confermata, rischia di ingarbugliare la già delicata e difficile situazione dell’istituto.
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