Luca Biribanti
Aggiornamento ore 10.50 – L'epsiodio di ieri ha prodotto già le prime reazioni a livello politico. A poco più di un giorno dall'intesa siglata da Franco Todini del Cammello con Ncd, già uno degli esponenti, Caludio Pace, ha deciso di scendere dal cammello. Ecco il suo commento al fatto: “Se questo è il cammello dove gli amici del Nuovo Centrodestra Umbria Federico Salvati ed Edoardo Mazzocchi intendono salire, appoggiando il candidato a sindaco di Francesco Bartoli, Franco Todini, si accomodino pure, abbiano il miglior successo, io francamente non ci salgo, auguro loro buon viaggio. Ma cosa c'entrano i moderati con questo modo di fare politica sinceramente non lo riesco proprio a capire”.
La vicenda Aidas continua a infiammare gli animi di Palazzo Spada e rischia di diventare, alla vigilia delle amministrative, la grottesca vetrina politica tra l'amministrazione e i 'nuovi' aspiranti. Mentre lo sciopero della fame è giunto ormai al 19° giorno, nel pomeriggio di ieri, durante il consiglio comunale, una delegazione di lavoratrici della cooperativa ha chiesto di essere ascoltata dai capigruppo. Le lavoratrici sono state accompagnate nella sala consiliare dall'esponente locale di Confimpresa, Francesco Bartoli che è inizialmente entrato anche nella saletta in cui era previsto il vertice. Dopo alcuni minuti il presidente del consiglio, Giorgio Finocchio, ha invitato Bartoli ad uscire, circostanza che ha scatenato il caos. L'esponente di Democrazia Diretta (lista civica che appoggia la candidatura a sindaco di Franco Todini, ndr) nell'uscire dalla sala ha gridato: “Voi nascondete la verità, avete paura della verità”. A rispondere è stato il consigliere del Pd, Sandro Piccinini: “Sei solo un provocatore che si intromette in vicende che non lo riguardano”. Da lì è poi nato un parapiglia che ha portato a un confronto ravvicinato tra i due che sono quasi giunti alle mani. I presenti e l'intervento della Polizia Municipale hanno scongiurato il peggio, dividendo i due.
A che titolo Francesco Bartoli sia intervenuto nella vicenda Aidas non è dato sapere; non è certo la prima volta che l'aspirante politico ternano si lancia a paladino di battaglie popolari per avere visibilità, con mezzi e toni spesso discutibili, se non inadeguati.
Anche nella sala dei capigruppo le cose non sono andate meglio. Enrico Melasecche, capogruppo Udc e Giorgio Aquilini, Terni Città Aperta, sono stati protagonisti di un ulteriore scontro verbale su alcune considerazioni riguardo la vicenda che rischia di passare in secondo piano rispetto alle sterili polemiche di Palazzo Spada. Le lavoratrici-socie Aidas hanno chiesto all'amministrazione, accusata tra l'altro di “indifferenza”, di intervenire “per garantire almeno il pagamento delle 12 mensilità arretrate”.
Dopo il serrato confronto di circa un'ora tra lavoratrici e capigruppo, è stato redatto e approvato all'unanimità un atto, letto in aula dal presidente del consiglio comunale Giorgio Finocchio, che ribadisce “l’assoluta necessità d’intervento da parte del Prefetto per sbloccare una situazione drammatica che desta grave preoccupazione per la salvaguardia dei posti di lavoro e del valore della cooperativa Aidas, per il suo futuro”. Nell’atto d’indirizzo si sottolinea inoltre la necessità di “addivenire a decisioni rapide e concrete da parte del commissario ministeriale anche in relazione alle richieste pervenute alle socie lavoratrici”. In questo senso il consiglio comunale ha impegnato sindaco e giunta a porre in essere azioni conseguenti, per quanto di propria competenza.
Probabilmente, l'unica soluzione possibile, visto l'andamento della politica locale, è rappresentata dall'intervento del prefetto Gianfelice Bellesini, che si è dimostrato sempre disponibile e attento nel gestire tutte le situazioni di criticità del territorio.
Le foto sono di Edy Mostarda ©