Cgil, Cisl e Uil di Terni hanno annunciato l’inizio della ‘vertenza sanità’ nei confronti di Regione Umbria, Asl e l’azienda ospedaliera “Santa Maria”. L’annuncio è stato sato questa sera, 8 novembre, nell’ambito di una conferenza stampa congiunta dai sindacati confederati nella sede della Cgil Terni.
I segretari Claudio Cipolla (Cgil), Riccardo Marcelli (Cisl) e Gino Venturi (Uil) hanno evidenziato le criticità ‘storiche’ del sistema sanitario dell’Umbria del sud e hanno annunciato una campagna di “mobilitazione e sensibilizzazione” in attesa del nuovo Piano Sanitario Regionale che dovrebbe essere presentato a breve in regione.
Al momento, infatti, esiste solo una bozza del documento e i sindacati non sono ancora stati coinvolti nelle scelte politiche della giunta Tesei, ma il messaggio dei sindacati è chiaro “Servizi e sanità diritto per tutti, no all’indebolimento della sanità pubblica, con tagli ai servizi a discapito dei cittadini”. Rispetto alla vertenza annunciata, secondo quanto riferito dal segretario Cgil, Claudio Cipolla, l’Asl ha già convocato le parti sociali per il prossimo 17 novembre, mentre l’ospedale di Terni non ha ancora risposto alle sollecitazioni sindacali. Per quanto riguarda la Regione, come anticipato, si attende che la bozza del Piano Sanitario Regionale diventi ufficiale.
Molti i temi proposti dai segretari territoriali che possono essere sintetizzati in 3 punti fondamentali: prevenzione, cura e riabilitazione. Per quanto riguarda la prevenzione, nella piattaforma-proposta “Work in progress”, si fa riferimento al rafforzamento dei distretti sanitari e al potenziamento dei medici di base. Sulla cura gli aspetti individuati come imprescindibili ci sono l’organizzazione ospedaliera, le infrastrutture e le strutture, abbattimento delle liste di attesa e l’organizzazione del personale delle strutture sanitarie. Per quanto riguarda la riabilitazione i sindacati puntano l’attenzione sulla questione della qualità dei servizi in rapporto ai bisogni dei cittadini.
Vogliamo delle scelte che qualifichino il servizio sanitario pubblico per tutti i cittadini, per questo abbiamo deciso di iniziare una campagna di mobilitazione e sensibilizzazione per tenere alta l’attenzione sul sistema sanitario dell’Umbria del sud. Per quanto riguarda la vertenza sanità l’Asl, notizia di poche ore fa, ci ha convocato per il 17 novembre, nonostante la nostra richiesta fosse stata inoltrata il 10 settembre. Aspettiamo ancora che l’ospedale ci convochi e, dalla Regione, vorremmo sapere come stanno funzionando gli ospedali di Narni e Amelia, dove è cessata l’attività di Pronto Soccorso. In ballo c’è anche la questione degli appalti che dovrebbero essere regolamentati per garantire la qualità dei servizi e la qualità del lavoro, perché al momento sono i lavoratori che stanno mettendo la faccia di fronte ai tanti disservizi riscontrati a livello sanitario.
Non è nostra intenzione strumentalizzare il periodo Covid che ha solo accentuato difficoltà strutturali già presenti nella sanità ternana. Siamo al fianco dei cittadini, dei pazienti e dei lavoratori. Siamo in attesa del Piano Sanitario Regionale e, come comunità ternana, non possiamo permettere di fare un passo indietro. Dobbiamo valorizzare quello che abbiamo e chiedere alla Regione gli investimenti che servono. C’è tutto un territorio che merita rispetto da Orvieto alla Valnerina. Continuano a passare gli anni, ma non c’è certezza di nulla, soprattutto per gli ospedali di Narni-Amelia e quello di Terni, rispetto al quale non abbiano ancora avuto un dettaglio adeguato del progetto. Siamo consapevoli degli sforzi dei lavoratori in questo periodo di pandemia, ma l’abbattimento delle liste di attesa è una priorità. Urge la stabilizzazione del personale, molti contratti scadranno tra un anno e si rischia la paralisi di alcuni reparti per mancanza di personale. Se non si va in questa direzione si rischia quello che è successo all’ospedale di Orvieto, dove alcuni reparti, come Chirurgia e Pediatria, sono in sofferenza.
Vorrei iniziare da alcuni dati: al momento l’Asl ha 30000 prestazioni sanitarie non esaudite, nonostante la Regione abbia stanziato 6milioni di euro per smaltire le liste di attesa. Alcune prestazioni vengono prenotate a distanza di due anni, altre non vengono neanche più concesse. Per quanto riguarda il nuovo ospedale di Narni-Amelia sappiamo che avrà anche una Terapia Intensiva, un reparto di Chirurgia e il Pronto Soccorso, ma non c’è personale da impiegare. Per quanto riguarda l’ospedale di Terni bisogna sottolineare che la struttura è anche un grande investimento economico. Si calcola che per ogni nuovo impiegato nel settore sanitario si crea uno 0,79 di posto di lavoro in altri settori. Si pensi soltanto al settore dell’edilizia: dal 2019 al 2020 si sono persi oltre tre milioni di euro di salario e in sei anni si sono persi circa 4mila posti di lavoro. L’ospedale di Terni, grazie alla sua alta specializzazione ha una mobilità attiva che tra Rieti e Viterbo l”85% dell’utenza. Formare le professionalità altamente specializzata è indubbiamente anche un vantaggio economico. Vorremmo dunque un cronoprogramma che al momento non esiste: vorremmo sapere se l’ospedale si farà e in quanto tempo. Ci vuole una grande mobilitazione per difendere la sanità dell’Umbria del sud.