Vertenza Maran, lavoratori pronti allo sciopero | "Serve tavolo al Mise" - Tuttoggi.info

Vertenza Maran, lavoratori pronti allo sciopero | “Serve tavolo al Mise”

Sara Fratepietro

Vertenza Maran, lavoratori pronti allo sciopero | “Serve tavolo al Mise”

Sindacati e Comune di Spoleto al fianco dei lavoratori della Maran, nel mirino licenziamenti e mancate retribuzioni | Il 15 dicembre incontro con la proprietà | Foto e video
Mer, 13/12/2017 - 15:26

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Non ci sarebbe nessuna vendita in corso al momento per la Maran di Spoleto, con alcune trattative non andate in porto, mentre i 350 lavoratori rimasti nella sede centrale di Santo Chiodo rimangono in attesa degli stipendi arretrati e soprattutto di chiarezza da parte della proprietà. Circa 200 lavoratori si sono ritrovati questa mattina fuori dai cancelli dell’azienda per un presidio durato circa un’ora. Accanto a loro i rappresentanti sindacali e di categoria, il sindaco facente funzioni Maria Elena Bececco e l’assessore Corrado Castrovillari, a cui proprio pochi giorni fa il primo cittadino scomparso, Fabrizio Cardarelli, aveva conferito la delega allo sviluppo economico.

Proprio con il ricordo del sindaco Cardarelli si sono aperti gli interventi dei rappresentanti sindacali, ricordando la sua vicinanza ai lavoratori in questa delicata vertenza. Una vertenza che arriva dopo il processo di stabilizzazione dei dipendenti, avviato dal presidente Nazzareno D’Atanasio, scomparso qualche anno fa improvvisamente. E che non sarebbe legata a problemi di commesse secondo i rappresentanti sindacali interni. Per questo quello che soprattutto cercano i circa 350 dipendenti rimasti nella struttura di Spoleto è chiarezza da parte della proprietà, rappresentata ora dalla vedova del compianto patron, Teresa Maran.

Nel mirino c’è il mancato pagamento di alcune spettanze e degli impegni presi, oltre a varie azioni come la fuoriuscita di diversi lavoratori dall’azienda e la chiusura dall’oggi al domani della sede di Pescara (dove il gruppo Maran era presente attraverso la società Arca Voice), con il licenziamento collettivo di 40 persone. Ed i timori ora, oltre che Spoleto, riguardano anche la sede di Catanzaro, con all’incirca altri 80 lavoratori interessati.

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I lavoratori devono percepire ancora due terzi della quattordicesima, il saldo della mensilità di ottobre, tutta la mensilità di novembre e la tredicesima. Soldi che chiedono alla proprietà di vedere entro il 15 dicembre. Giorno in cui, tra l’altro, è previsto un incontro con la dirigenza. Se ciò non accadrà, sarà sciopero, già annunciato per le giornate del 18 e 19 dicembre, dopo la decisione presa all’unanimità nell’assemblea dei lavoratori del 6 dicembre. La proprietà, però, sembrerebbe che al momento sia disposta a pagare soltanto metà dello stipendio di novembre ed un terzo della quattordicesima. Ma è proprio il mancato rispetto degli impegni e lo scarso confronto che è stato lamentato durante la manifestazione di questa mattina.

“Siamo qui per salvaguardare un’azienda che per questo territorio è sempre stata un’ancora di salvataggio, speriamo che questo segnale forte che diamo oggi possa portare dei risultati” ha spiegato Sabrina Tagliavento, delegata sindacale interna della Cgil. “Abbiamo bisogno di risposte e di chiarezza da parte dell’azienda, in questi mesi abbiamo continuato a lavorare con serietà, nonostante le difficoltà” ha ricordato Luca Minestrini, delegato Cisl all’interno della Maran.

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Presenti a Spoleto i segretari regionali di Cgil e Cisl, Vincenzo Sgalla ed Ulderico Sbarra, e quelli di categoria di Fisascat, Filcams e Uilcom, rispettivamente Simona Gola, Cristina Taborro e  Paolo Pierantoni. Da tutti è arrivato un accorato appello alle istituzioni affinché si riesca ad attivare un tavolo al ministero dello Sviluppo economico. Con la possibilità anche – ha evidenziato Gola – di arrivare ad un amministrazione controllata e quindi ad un nuovo management. “Questo è un territorio gravato da tantissime vertenze, cerchiamo di far rimanere in piedi quello che c’è ancora, come la Maran” ha detto Taborro. A riconoscere comunque una buona volontà della dirigenza è stato Pierantoni, che però ha osservato che questo non basta. Ad  auspicare una mobilitazione cittadina sui temi del lavoro è stato Sbarra, che ha anche incalzato la Regione Umbria. “I nostri figli – si è chiesto provocatoriamente – devono andare a fare i camerieri in Inghilterra? Diciamoglielo subito”. Sulla stessa lunghezza d’onda Sgalla, che ha voluto ricordare l’interessamento del sindaco Fabrizio Cardarelli sulle vertenze in corso: “Ho l’immagine di lui che arrivava con la motocicletta a questi incontri. Anche per onorare lui dobbiamo aver ben presente quello che dobbiamo fare, nel contesto in cui siamo“.

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