Nulla di fatto: il tavolo di contrattazione per la vertenza Indesit, iniziato presso il Ministero dello Sviluppo Economico ieri pomeriggio alle 17.30, si è arenato in nottata, e l'azienda non ha potuto fare altro che constatare l'impossibilità “incomprensibile di raggiungere un accordo con le organizzazioni sindacali“. Un fatto, a detta di Indesit, che penalizza i lavoratori e impedisce l'accesso agli ammortizzatori sociali, dando il via alla procedura della mobilità. I sindacati presenti, e in particolare Uilm e Fiom, avrebbero cercato di ottenere un documento da sottoporre ai lavoratori, mentre Fim Cisl si sarebbe mostrata più aperta alla contrattazione. Le rappresentanze sindacali chiedono maggiore certezza sul volume di produzione reale che i siti italiani dovrebbero garantire, per riuscire ad ottenere una stima precisa sul futuro dell'azienda.
Intanto Indesit fa sapere con una sua nota di aver provato a migliore il piano di sviluppo con un investimento di 83 milioni. Rimane comunque da risolvere il problema degli esuberi, a giugno scesi da 1.425 a 1.030, e che l'azienda avrebbe deciso di trattare con gli ammortizzatori sociali.
Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo, Claudio De Vincenti, ha dichiarato che “il Governo sarà attivo, fin dai prossimi giorni, e determinato a creare le condizioni per riprendere il negoziato. A nostro giudizio continuano a esistere le basi per arrivare all'intesa. Ci auguriamo che le organizzazioni sindacali riconsiderino la situazione e tornino a sedersi di nuovo al tavolo della trattativa per riannodare i fili del ragionamento bruscamente interrotto stamattina“. Poi De Vincenti si rivolge alle organizzazioni sindacali: “C'erano impegni dell'azienda a rafforzare il radicamento italiano della produzione e a chiarire la missione produttiva di ognuno degli stabilimenti. Tutto ciò aveva consentito di azzerare gli esuberi, con la disponibilità di Indesit a ricorrere solo ad ammortizzatori sociali conservativi e a escludere licenziamenti per almeno cinque anni. Spiace molto che tutto ciò non sia stato apprezzato dai sindacati con un testo condiviso”.
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(Ale. Chi.)
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