Continua a colpi di comunicati e denunce sindacali la vertenza di Acqua Sangemini e Amerino che, da mesi, non riesce a trovare un punto di svolta con la proprietà Ami.
Più volte i sindacati avevano denunciato le criticità legate alle relazioni sindacali con l’azienda, alla mancanza di una rete di distribuzione adeguata alle richieste del mercato, al piano industriale di Ami e al mantenimento della manodopera.
Nella giornata di ieri le Rsu dei siti di Sangemini hanno denunciato ancora una volta la totale assenza di una rete vendita adeguata dell’acqua. “Non è possibile che nel picco di alta stagione ci troviamo a caricare pochissime autotreni – affermano i rappresentanti dei lavoratori dei due siti umbri – Sangemini, Grazia, Amerino, Fabia e Aura sono marchi storici di Premium Price e a tutt’oggi c’è una forte richiesta. Marchi trainanti per tutto il gruppo Ami, con marginalità elevate – continuano i delegati di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – ma ci risulta che non siano presenti nei punti vendita, nonostante le molte richieste del consumatore finale”.
Secondo i sindacati va invertita questa rotta: “Sappiamo benissimo che ci vuole una forte rete vendita dedicata, esclusivamente per i siti umbri – insistono dalla Rsu – con la presenza dei prodotti su tutto il territorio (la cosiddetta acqua a chilometro zero). Un marketing operoso dà lustro ed è una risorsa imprescindibile, anche per mantenere i livelli occupazionali”.
“Detto questo – continuano i rappresentanti dei lavoratori di Sangemini e Amerino – ribadiamo con forza il rispetto dell’accordo fatto in Regione nel 2018, che prevedeva investimenti pari a 20 milioni di euro, investimenti mai terminati, nonostante i sacrifici fatti dai lavoratori con la cassa integrazione. Ad oggi gli interventi fatti sulla linea C e in Amerino si sono rilevati inefficienti sia sul piano industriale che produttivo e generano solo scarti elevati”.
La Rsu ricorda che “buone relazioni sindacali sono alla base di un sereno e costruttivo confronto tra le parti” e “la visita a sorpresa del manager Paganini, poteva essere una buona occasione per conoscersi. Avremmo voluto anche sapere se la visita della responsabile dei bacini era solo una visita di cortesia oppure altro”.
Infine, il percorso fatto dalla Rsu e dai sindacati, Flai, Fai e Uila, insieme alle istituzioni e ai parlamentari, dia supporto alla Regione Umbria che “deve avere un ruolo chiave nel richiamare l’azienda ai propri doveri economici etici e sociali”. “Vogliamo garanzie occupazionali e il piano industriale entro fine mese – concludono i rappresentanti della Rsu – Gli sforzi fatti dai lavoratori non siano vanificati da una gestione pressappochista aziendale. In questo gioco al massacro non vogliamo essere vittime sacrificali”.