Città di Castello

Verso il primo Consiglio, opposizioni “Presidente sia scelto tra la minoranza”

A meno di 48 ore dall’insediamento del Consiglio comunale di Città di Castello – che avrà luogo lunedì 8 novembre – i 9 consiglieri della nuova opposizione tifernate avanzano “un’idea” che riguarda il ruolo del prossimo Presidente della massima assise.

In questi giorni – complice anche la sua dichiarata disponibilità all’incarico – è stata più volte data per certa l’elezione Presidente dell’ex sindaco Luciano Bacchetta (Psi). Una “previsione” che ha creato qualche mal di pancia pure tra i “colleghi” del Pd, figurarsi tra le minoranze appena elette in Consiglio.


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“Bacchetta presidente? Scelta non di garanzia, che esautora Consiglio”

Se la contrattazione pre-elettorale tra partiti su questo ruolo era inaccettabile, lo è altrettanto una indicazione che non solo non è di garanzia, ma di fatto esautora il Consiglio comunale di una delle sue prerogative – dichiarano congiuntamente Emanuela Arcaleni (Castello Cambia), Luciana Bassini, Filippo Schiattelli (Unione Civica Tiferno), Roberto Marinelli, Silvia Norgiolini (Civica Marinelli Sindaco), Elda Rossi, Riccardo Leveque (Fratelli d’Italia), Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica) e Valerio Mancini (Lega).

Proposta opposizione “Scegliere Presidente tra la minoranza”

Rigettando questo “tentativo di sminuire il ruolo dei consiglieri” i 9 consiglieri avanzano dunque “una proposta costruttiva, che possa aprire un primo momento di riconoscimento reciproco e dialogo: essendo il Presidente del Consiglio tutore delle prerogative dei consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, e garante dell’esercizio effettivo delle loro funzioni, serve una figura in grado di interpretarlo in maniera equilibrata. Auspichiamo quindi che questa figura sia scelta tra i componenti della minoranza: sarebbe davvero un gesto di grande apertura da parte di chi governa, come avvenuto da altre parti”.


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“Scelta deve essere condivisa”

Ma se proprio questa forma evoluta di democrazia non fosse praticabile, – aggiungono – comunque il Presidente potrebbe essere frutto di una scelta condivisa, anche sulla base di una rosa proposta dai gruppi di maggioranza, in modo che possa essere davvero considerato la figura di equilibrio e garanzia per tutti. Si inizierebbe allora con il piede giusto, dando prova concreta di apertura al dialogo, con la consapevolezza che una reale ‘pacificazione’ si ottiene con atti precisi e non con parole vuote”.