E’ cominciato in commissione il percorso che porterà il Consiglio comunale di Città di Castello all’adozione del piano operativo nell’ambito della revisione della variante generale al Prg. Simboli di questa nuova fase di pianificazione urbanistica sono: la rigenerazione di Piazza Garibaldi e dei Molini Tifernati in vista di Piazza Burri, la nuova Dante Alighieri e la concentrazione delle aree in trasformazione all’interno dei confini già stabiliti dal vecchio Prg, senza altro consumo di suolo e quindi senza mettere in gioco le Zauni (Zone Agricole Utilizzabili per Nuovi Insediamenti).
“Una prima disamina della città che esiste e di dove l’operativo andrà ad incidere, modificando le norme vigenti e individuando alcuni grandi progetti, intorno a cui ruota la nuova immagine della città” ha detto il presidente della Commissione Assetto del Territorio Luciano Tavernelli mentre l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini ha ricordato “il cammino compiuto attraverso l’adozione e poi l’approvazione dello strutturale”, sottolineando “l’importanza di lavorare per dare quanto prima risposte ai cittadini e strumenti alla città per riqualificare le proprie funzioni in senso sociale, culturale ed anche economico”.
“Il piano operativo rispetto allo strutturale è di competenza esclusiva del Comune – ha detto Francesco Nigro, architetto progettista della variante generale – Disciplina lo spazio urbano e le eventuali espansioni o trasformazioni. Alcune principali trasformazioni riguardano il quadrante compreso tra Piazza Garibaldi-Piazza Burri e i Molini Tifernati, previsioni già presenti nel piano vigente ma non attuate, grandi aree destinate a standard e dotazioni che il piano del 2000 aveva contabilizzato in misura eccessiva sia perché dipendenti da una proiezione di crescita che non si è avverata sia perché in quell’epoca la disponibilità nella pianificazione di aree pubbliche era considerata un elemento di qualità. Con realismo ne abbiamo preso atto e dal punto di vista urbanistico, proponiamo una riclassificazione. L’operativo affronta poi le aree produttive tenendo conto dei fenomeni che ci sono stati e delle leggi di derivazione europea. Un altro tema in evidenza è lo spostamento della scuola Dante Alighieri nell’ottica più generale del piano integrato dell’edilizia scolastica e dei contenitori che rimarrebbero vuoti, prevedendo funzioni compatibili”.
Un ultimo asse riguarda i centri a caratteri semiurbano, geograficamente posti nel territorio agricolo, come aggregazioni esistenti di insediamenti o di previsioni del piano previgente. In questi centri e solo in questi centri sono individuati i piccoli investimenti di zone agricole utilizzabili per nuovi insediamenti, le Zauni
“L’operativo – ha aggiunto Nigro – definisce tutti gli elementi (soglie minime, disegno di assetto, unità minime di intervento) per andare alla pianificazione attuativa, in relazione alle tre operazioni complesse delle quali la prima localizzata tra la città esistente e la variante apecchiese, la seconda operazione complessa prevede la rigenerazione focalizzata su alcune aree a cavallo del Tevere, nella zona del quartiere Pesci d’oro e del foro boario, e infine Piazza Garibaldi-Burri ed i Mulini Tifernati. Il fine del piano operativo – ha concluso – è reperire gli spazi che servono alla comunità per realizzare la città pubblica e di conseguenza migliorare la qualità della vita urbana (es. spazi pubblici, verde, aree di protezione civile, le infrastrutture)”.