di Francesco Enrico
Capolista dell'Italia dei Valori – Spoleto
“Da un'indagine effettuata presso i comuni italiani è emerso che solamente lo 0,24% delle spese sostenute dalle amministrazioni è destinato alle politiche giovanili. Spoleto non è un'eccezione e conferma il dato nazionale. E' necessario quindi invertire la tendenza e nello stesso tempo, oltre all' incremento quantitativo delle risorse, è fondamentale fornire una risposta significativamente più rispondente alle esigenze e qualitativamente migliore. Premessa indispensabile di ogni riflessione sui giovani è superare il luogo comune dei giovani come problema, ma considerarli invece una risorsa e una fonte di energie e idee da mettere in rete per la crescita della città. Credo che tra mondo adulto e mondo giovanile possa scaturire un dialogo che, mettendo da parte paternalismi e superiorità giovanilistiche, favorisca l' incontro, lo scambio, la partecipazione, l'autorealizzazione di tutti. E' indispensabile innanzitutto che i giovani possano fruire di spazi cosa che fino a qualche anno fa era quasi scontato. Non c'era solo Borgo per ritrovarsi, ma innumerevoli erano i luoghi di incontro, come gli oratori, le piazze, i giardini ecc. I giovani vivevano più intensamente la città, avevano luoghi dove divertirsi, spazi dove potersi incontrare senza per forza pagare una consumazione, tirare due calci a un pallone senza necessariamente pagare il campetto di calcio, potersi esprimere per mezzo di musica e teatro e non pagare inevitabilmente il tributo per l'affitto di uno spazio. Dovremo dare “spazi ” ai giovani e non solamente fisici, ma anche di attenzione, ascolto, studio, web. Non sarà necessario reperire risorse consistenti, ma sarà sufficiente mettere a disposizione quello che già c'è e che andrebbe valorizzato. Aprire le porte delle scuole spoletine l'estate, aprire i portoni degli oratori del centro storico già sarebbe un passo importante per non parlare poi del Giardino dello Sport in piazza Garibaldi che versa in condizioni pietose ma che con poca spesa potrebbe tornare ad essere un luogo di relazioni significative, come lo è stato per molti di noi. Ragazzi che andrebbero coinvolti e resi responsabili nella gestione dei luoghi diventando così per loro un'occasione di crescita e maturazione significativa anche per poter esercitare e sperimentare spazi di democrazia, laboratori di partecipazione.”