Di Aurelio Fabiani
“A parte Grifoni e Parente, la richiesta da me fatta di dibattiti pubblici che facciano emergere quanto vale un candidato a Sindaco è stata ignorata. Il coraggio evidentemente non è certamente un carattere dei candidati Sindaco del Centro Destra e del Centro Sinistra e degli altri che rifiutano il confronto.Allora vediamo se si può stanarli sulle cose che propongono.Sono già centinaia i posti di lavoro andati in fumo a Spoleto in questi primi mesi, la cassa integrazione aggredisce gli operai di tutte le fabbriche, all'ospedale di Spoleto per ritirare i risultati delle analisi si è tornati a fare file insopportabili, oggi in Consiglio Comunale chi governa la città voterà contro l'esenzione dal pagamento dei trasporti scolastici delle famiglie che hanno un reddito mensile inferiore ai 1300 euro.Eppure la politica deraglia verso destra, lo si può vedere anche dai programmi dei tanti candidati “civici” o presunti tali, ovvero dalle liste guidate dagli industriali e dalle lobby di categoria, secondo l'ormai consolidato modello berlusconiano, che propagandano nei loro programmi l'ideologia dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.In questi giorni di primi fermenti elettorali infatti si fa un parlare continuo di meritocrazia come della panacea di tutti i mali.In realtà, e tutti coloro che lavorano come dipendenti lo sanno benissimo vivendola quotidianamente sulla propria pelle, la meritocrazia aziendale, privata o pubblica che sia, è solo e semplicemente lo strumento per individuare la squadra di comando e di controllo sul lavoro subordinato. In un sistema gerarchico la meritocrazia non serve altro che a selezionare i capi, i caporali e i cortigiani.La meritocrazia è in realtà l'opposto della democrazia, non solo nel lessico ma anche nella realtà.Per quello che ci riguarda il comando politico deve appartenere alla politica nella forma della partecipazione popolare per il governo dei beni comuniPer noi chi ha la capacità di fare cose buone e utili le deve fare per il bene comune, senza tornaconto personale. La meritocrazia al contrario è lo strumento di chi pone al posto di comando l'economia secondo gli interessi della classe padronale.La cosa grottesca poi è che questo strumento di selezione delle nuove elite dirigenti del capitalismo italiano, ci viene proposto da industriali e mestieranti di lungo corso della politica, che il potere lo hanno da sempre. Insomma chi ha governato e ha avuto nelle proprie mani da una vita il potere economico, i tanti postdemocristiani che hanno alimentato la ruffianeria e il clientelismo per decenni, al culmine della crisi, economica e politica, da loro stessi prodotta, si presentano come moralizzatori e sostenitori dell'efficienza secondo la logica dello sviluppo liberista che ha clamorosamente fallito.I manager inizino piuttosto ad abbassarsi i loro offensivi stipendi e a investire i profitti delle loro aziende invece di alimentare paradisi fiscali e speculazioni di borsa; chi lavora è stufo di leggi co.co.co., co.co.pro. ,di “produttività” (sfruttamento), di cassa integrazione, di disoccupazione, che sono gli strumenti con cui i manager raggiungono i loro obiettivi e ottengono i loro premi.”