Verdopoli, ecco come Ecol vinceva gli appalti - Le carte dell'inchiesta preoccupano Pd Spoleto - Tuttoggi.info

Verdopoli, ecco come Ecol vinceva gli appalti – Le carte dell'inchiesta preoccupano Pd Spoleto

Redazione

Verdopoli, ecco come Ecol vinceva gli appalti – Le carte dell'inchiesta preoccupano Pd Spoleto

Sab, 20/10/2012 - 21:20

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Carlo Ceraso

Sono tre gli appalti finiti nel mirino della Procura della repubblica di Spoleto che ieri ha spiccato sette avvisi di garanzia nei confronti di amministratori dell’Ase, un funzionario dell’azienda municipale e i legali rappresentanti di due aziende. In pratica la gestione e manutenzione del verde pubblico di questi ultimi tre anni. Sui quali il pm Federica Albano e i carabinieri del Nucleo operativo vogliono vederci chiaro. A leggere le carte dell’inchiesta, che Tuttoggi.info può anticipare, pare che all’interno dell’ASe ci si prodigasse in tutti i modi pur di accontentare la Ecol S.r.l., rappresentata da Luciano Raggi, nome che a Spoleto molti ricordano collegato alle vicende del fallimento-scandalo della Minerva. Un ‘sistema’ avviato nel 2009, sotto la presidenza di Claudio Frascarelli (indagato insieme ai consiglieri Antonino Rosati e Giampiero Palazzi), e proseguito con la gestione del presidente Roberto Loretoni, anche questo indagato anche per abuso d’ufficio. Il tutto in danno alle altre ditte partecipanti, tra cui la Gardenland di Novello Bocci costretta a rivestire il ruolo di “eterno secondo”. In un modo o nell’altro, ad aggiudicarsi l’asta era sempre la Ecol. Leggiamo gli atti per ricostruire cosa è successo.

Appalto 2009 – E’ il 29 giugno 2009 quando si aprono le offerte economiche per la gara annuale. La Gardenland risulta vincitrice in virtù di un prezzo di un ribasso di gran lunga inferiore agli altri. Due ore dopo arriva la prima doccia gelata. Il Cda (Frascarelli, Palazzi e Rosati) decidono di annullare la gara in quanto tutte le ditte “partecipanti presentavano irregolarità in ordine ai requisiti di partecipazione”. Scrive il sostituto procuratore: “appare singolare che i componenti della commissione aggiudicatrice non si siano avveduti di irregolarità integranti specifiche cause di esclusione dei concorrenti (l’esame dei requisiti precede quello della valutazione delle offerte, n.d.r.) e che, al contrario, due ore dopo della conclusione della gara se ne sia avveduto il Cda annullandola”. Come finì? L’annullamento dell’appalto comportò che il servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico rimase affidato al precedente aggiudicatario, la Ecol appunto.

Appalto 2010 – L’appalto viene affidato, è il 17 giugno 2010, all’associazione temporanea di impresa (ATI) costituita dalla Ecol (mandantaria) e dalla Sicaf (mandante). L’ASe deve aver espletato la verifica di tutti i requisiti in capo alla vincitrice. Il 28 luglio successivo però Loretoni, probabilmente per via delle lettere della Gardenland che sollecita spiegazioni, chiede all’Agenzia delle Entrate di Spoleto la regolarità fiscale in capo alle due aziende dell’ATI che risponde il 13 settembre dichiarando la posizione regolare per la Sicaf ma on per la Ecol su cui pende (già dal 2009) una cartella esattoriale di poco più di 3mila euro. La gara dunque era viziata per carenza dei requisiti. A poco può servire che la Ecol, “verosimilmente informata da qualcuno”, questa l’ipotesi degli inquirenti, a fine agosto abbia presentato istanza di sgravio fiscale (accolta solo il 5 ottobre 2010).

Il “giallo” – il diavolo fa i coperchi ma non le pentole, verrebbe da dire a leggere gli atti. In merito alla gara 2010, infatti c’è anche un ‘giallo’ – a voler pensar bene – intorno a due lettere spedite dall’ASe lo stesso 28 luglio sempre all’Agenzia delle Entrate. Non sfugge agli inquirenti che su una sono apposte due marche da bollo che riportano la data di emissione del 7 settembre. Un miracolo! E’ in pratica la lettera con cui si chiede di accertare la posizione fiscale della Ecol solo che in una missiva si chiede all’Agenzia di accertarla alla data del 20 aprile 2010 (quella per intenderci dell’autocertificazione rilasciata dalla Ecol), nella seconda, quella con le marche dalla data “farlocca”, si chiede di verificare senza alcuna scadenza temporale. Un dettaglio di non poco conto che quest’ultima non sia stata presa a protocollo dall’ufficio finanziario. Alla prima, come detto, l’Agenzia risponderà (il 13 settembre) che la Ecol non ha ottemperato agli obblighi fiscali, alla seconda (quindici giorni dopo, il 28 settembre) attestando la regolarità della posizione fiscale della Srl di Raggi.

Appalto 2012 – per gli inquirenti anche la gara del marzo di quest’anno sarebbe inficiata da “anomalie” tutte da verificare. Come ad esempio due fax inviati dall’ASe all’Agenzia delle entrate: il primo alle 6.46 del 19 aprile con cui si comunica l’irregolarità fiscale della Ecol per una cartella Equitalia; un secondo, cinque ore più tardi (alle 12.50), in cui si rettifica la posizione della società di Raggi ora regolare. Ma gli inquirenti vogliono appurare anche se in fase di apertura delle offerte sono state rispettate le procedure previste dal Codice degli appalti: stando infatti a quanto dichiarato da alcune persone sentite dagli inquirenti il plico della Ecol non sarebbe risultato integro. Fatto queste che non risulta dal verbale della Commissione aggiudicatrice.

“Sereno” – Ase e Comune (il municipio controlla al 100% l’azienda di servizi) annunciano un comunicato stampa per l’inizio della prossima settimana. Parla però il presidente Loretoni, raggiunto al telefonino da Tuttoggi.info: “Mi sento adeguatamente tranquillo, il mio operato è stato sempre lineare e corretto. Ho piena fiducia nella magistratura e ritengo che questa inchiesta ci ponga in una posizione di garanzia. Mi auguro che questa indagine venga chiarita al più presto”.

Resta in silenzio la segreteria del Pd che vede indagati due personaggi eccellenti come Loretoni e Frascarelli (nominato in segreteria all’inizio di questa settimana) ma anche i legali rappresentanti delle due aziende ritenute da sempre molto vicine alla politica di centrosinistra cittadina, anche se la posizione della Sicaf di Paolangeli sembra avere un ruolo marginale nella vicenda essendo risultata sempre in regola sotto il profilo della regolarità fiscale.

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