Il primo novembre si celebra nel mondo la giornata del veganismo. Un’occasione che porta Alice Delicati (Avi Vegani Umbria), ad alcune riflessioni: ” La ricorrenza, oggi 1’ novembre, del Vegan Day deve costituire una seria occasione di riflessione sull’assassinio indiscriminato compiuto dall’uomo nei confronti delle altre specie animali, sui danni causati all’intero ecosistema dagli allevamenti intensivi, dallo sfruttamento animale, da una concezione arrogante, violenta, unilaterale (specista) tra l’uomo e gli altri abitanti del pianeta. La diffusione a livello globale di virus e pandemie, l’erosione di risorse primarie con conseguenti desertificazione di ampie zone della Terra, sottosviluppo, fame, siccità, inarrestabili flussi migratori, tensioni sociali, squilibri economici sono alcuni degli aspetti più eclatanti di un modello produttivo e sociale basato sul predominio antropocentrico. Un modello di cui proprio quanto stiamo vivendo dimostra con netta evidenza la bancarotta, il fallimento“.
“Quella vegana – spiega Alice Delicati – non è una scelta scaturita da motivazioni salutistiche ma essenzialmente etica, determinata da una visione nonviolenta, responsabile, consapevole del legame profondo tra ogni forma di vita. Ogni anno vengono uccisi per scopo alimentare 170 miliardi di animali, di cui 2 miliardi e mezzo soltanto in Italia. A causa delle risorse primarie destinate agli allevamenti intensivi oltre nove milioni di persone muoiono di stenti e più di duecento milioni di bambini sono affetti da denutrizione. E si tratta, purtroppo, di stime approssimate per difetto. Gli animali allevati per l’alimentazione consumano 145 milioni di tonnellate di cereali e soia, per non parlare degli enormi quantitativi d’acqua. Le emissioni annuali di gas serra provenienti dagli allevamenti raggiungono il 17% delle emissioni totali dell’Ue, più di quelle prodotte da tutte le automobili in circolazione”.
Alice Delicati collega questa scelta di vita anche alla sua regione: “Il veganismo, di cui in Umbria è stato precursore Aldo Capitini, intende affermare un nuovo rapporto tra l’uomo, gli altri esseri e la Natura nel suo complesso non più incentrato sullo sfruttamento e sul predominio di una specie sull’altra ma sulla valorizzazione di ogni espressione di vita. Chi è vegano non solo ha eliminato alimenti d’origine animale (carne, pesce, uova, latticini, miele), ma nel proprio abbigliamento non ricorre all’utilizzazione di lana, seta, pelle, impegnandosi a non creare sofferenza e a non generare pesante impatto ambientale. C’è bisogno di una svolta radicale nelle nostre esistenze, di una sfida propositiva. Il veganismo, a maggior ragione in questo periodo – conclude – costituisce una gioiosa sfida d’amore“.