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Vecchio campo sportivo VS nuova chiesa / Le Parrocchie rispondono al comitato, “non abbiamo altra scelta” / Il Video di TO

Sara Minciaroni

“Dobbiamo costruire lì perchè non abbiamo altra scelta”. Non ci sono mezzi termini nelle dichiarazioni di suor Roberta Vinerba che questa mattina ha parlato in conferenza stampa con don Giuseppe Gioia e don Fabrizio Crocioni, per spiegare le ragioni della parrocchia sulla vicenda “calda” della costruzione della nuova chiesa sul terreno del campo da calcio del Ponte della Pietra. Nei giorni scorsi era salita la protesta del comitato “Pro campo da calcio” e la discussione sulla variante al prg(necessaria per la costruzione della chiesa) in consiglio comunale è stata rinviata di una settimana.

“Questa non è certo una vicenda alla Don Camillo e Peppone”. Esordisce così quando incontra i giornalisti la sorridente suor Roberta, prima di iniziare la conferenza indetta dalle parrocchie di Ponte della Pietra, Prepo e San Faustino sulla questione. “Non vogliamo che la verità venga distorta, per questo vogliamo raccontare tutta la storia del terreno di proprietà della parrocchia e concesso in comodato d’uso gratuito dal gennaio del 2000”.

Ecco perchè proprio sul campo da calcio. Nel 1982 il Comune espropria oltre 30 mila metri quadrati di terreno di proprietà delle tre parrocchie per realizzare la zona Peep. L’idea è quella che una chiesa per la comunità sorga nel nuovo quartiere ma arrivati al 1997 della chiesa non c’è ancora nessuna traccia, ma anzi in via Chiusi (l’area che era stata individuata per il luogo di culto) sorge il Cva “La Piroga”. Nel 1999 con l’allora sindaco Maddoli viene messa la pietra definitiva sopra il “progetto chiesa”.

“In mezzo scorre il fiume”. Si arriva così al 2002 quando il Comune destina 2000 metri di terreno per la costruzione della chiesa nell’area Ac.Fi di proprietà della società S.Im.P. che dopo una serie di trattative venderebbe per 850mila euro, prezzo troppo alto ma non solo, in mezzo c’è un fosso che non può essere né intubato né deviato. La S.Im.p. Propone un’altra variante ma la definizione del titolo di proprietà farebbe venir meno i parametri per accedere al finanziamento della Cei di oltre 4 milioni e mezzo di euro. Si interrompono così le trattative tra Curia e S.Im.p. E l’unica soluzione diventa quella di costruire nell’unica area di proprietà delle parrocchie ovvero quello storico campo sportivo che ospita la tradizione sportiva del Ponte della Pietra.

Non solo una chiesa. Dal 1982 ad oggi in effetti di tempo ne è passato parecchio e quello che in principio era il progetto di realizzazione di una chiesa si è decisamente evoluto. “Sarà un villaggio dentro la città” spiega Carlo Mosconi l’ingegnere di fiducia delle parrocchie, con una superficie di 2500 metri ed ospiterà un complesso interparrochiale che potrà ospitare i 13mila abitanti dei tre quartieri “perchè tutti potranno venire di qualsiasi credo o religione. Sarà un posto per tutti”.

I numeri. A spiegare il bisogno del nuovo progetto ci sono i numeri: 2000 persone che partecipano alle messe domenicali, 600 ragazzi al catechismo, 600 i tesserati dell’oratorio, 1087 bambini al centro estivo dal 2006, 250 le famiglie che ricevono aiuto (cristiane e non), 6 le persone ospitate negli alloggi parrochiali, 40 bambini che ricevono sostegno scolastico. Attulamente queste attività si svolgono nelle sale della Fondazione Marzolini (e costano alle parrocchie 2500 euro al mese) e in altre sale date con contratti di comodato d’uso (ormai prossimi alla scadenza).

Cosa farà il Comune? Una cosa è certa, tra i rimbalzi la palla è rimasta in mano all’amministrazione comunale di Perugia. E’ stato detto più volte questa mattina in conferenza stampa “il Comune, ne siamo certi, saprà trovare una nuova area dove far continuare l’attività sportiva”. Si parla già di un terreno a Case Nuove.

I parroci in audizione. Questa mattina in contemporanea con la conferenza stampa i parroci si sono presentati in audizione davanti ai capigruppo del Comune di Perugia. “La possibilità di poter illustrare, finalmente, la tormentata vicenda – spiega suor Roberta – è stata fortemente apprezzata da loro che hanno anche risposto alle numerose domande che i Capigruppo hanno rivolto. In un clima cordiale, pur nella complessità delle differenti posizioni politiche, i parroci credono di aver contribuito a fornire, a coloro che dovranno esprimersi politicamente, elementi utili per poter servire al meglio il bene comune. Si aspettano, insieme alla comunità ecclesiale delle tre parrocchie, atti concreti che dimostrino la presa in carico delle necessità che il quartiere tutto domanda: costruzione complesso interparrocchiale e salvaguardia della società sportiva, senza escludere nessuno”.