Ad un anno esatto di distanza dalla sua apertura, il cantiere della Variante del Cassero di Città di Castello – già vessato da sfortunati “ritrovamenti” e conseguenti ritardi sul cronoprogramma, resterà al suo posto almeno per altri 4 mesi.
La conferma arriva direttamente dall’assessore al Commercio e Turismo Letizia Guerri che, interrogata dal consigliere Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica), ha riportato le informazioni fornite dagli uffici tecnici. Sulle tempistiche di fine lavori si è infatti parlato di giugno mentre per quanto riguarda la futura pista ciclabile – che coinciderà anche con il tratto immediatamente sotto il bastione del Cassero – si parla addirittura di settembre, “anche perché – ha sottolineato Guerri – solo nel momento in cui sarà pronta la variante sarà possibile lavorare sulla ciclabile con tutte le opere relative, stimate per una tempistica di tre mesi”.
Partiti a fine febbraio 2023 per 1 milione e 400 mila euro di fondi europei, i lavori per la Variante avevano già subito rallentamenti per problematiche inerenti espropri e per il rinvenimento di un ponte medievale. Risolti questi “intoppi” il destino avverso di questo progetto, lo scorso dicembre, ha deciso di far slittare (di nuovo) il cronoprogramma degli interventi a causa di un altro ritrovamento sotterraneo, un pozzetto dell’Enel della capacità di 20.000 Volt – che il gestore non aveva rilevato – spuntato esattamente sotto il punto in cui dovrà sorgere la nuova rotatoria (tra la fine della cosiddetta “discesa del Monni” e l’ingresso di parcheggio Ferri, in viale N. Sauro).
Lignani, sempre in aula, ha poi voluto chiedere lumi sull’ipotesi che vedrebbe la futura pista ciclabile come location per i banchi del mercato settimanale giovedì e sabato, “un ulteriore colpo per la vivibilità e frequentazione del centro storico e per le attività economiche stanziali”. Guerri su questo punto ha però rassicurato tutti, rispondendo che “tale eventualità non è mai stata mai vagliata dall’amministrazione. Una ipotesi a me non nota e quindi non riscontrabile dal lato amministrativo e infondata da questo punto di vista. Non è da prendere proprio in considerazione. Per quanto riguarda la dislocazione del mercato e del relativo piano è attualmente in fase di concertazione un confronto proprio per garantire un equilibrio tra le istanze legittime dei commercianti e degli ambulanti, rappresentati dalle associazioni di categoria”.