Sono stati prelevati l’8 gennaio a Perugia i campioni sui due pazienti affetti da una variante del Covid “brasiliana”. Per la prima volta la mutazione, che poi è stata definita “brasiliana” per l’alta incidenza trovata tra la popolazione dell’Amazzonia e di altre zone del Paese sudamericano, è stata scoperta in Giappone il 10 gennaio.
Con casi che nel frattempo sono stati accertati in Italia a Varese (tramite l’aeroporto di Malpensa) e in Abruzzo.
Nel caso dei due pazienti umbri – un 90enne, poi deceduto, e un 78enne – si escludono contatti con soggetti provenienti dall’estero o a contatto con persone arrivate da oltre confine.
I campioni sono stati mandati dal laboratorio dell’ospedale di Perugia allo Spallanzani di Roma proprio perché non le autorità sanitarie non riuscivano a spiegarsi la fonte di contagio. Indagine epidemiologica che ad oggi non è riuscita a svelare come i due anziani pazienti possano essersi contagiati con una forma mutata del Coronavirus. “Non siamo risaliti al possibile contatto di infezione” dice il direttore Dario. Che aggiunge: “Dobbiamo capire se il fenomeno è più ampio“.
Quello che preoccupa è l’evoluzione dei focolai scoperti negli ospedali e nelle Rsa del perugino.
Ospedale pieno di pazienti Covid e rischio variante brasiliana,
stop visite dai parenti
Anche per questo sono stati inviati allo Spallanzani altri 42 campioni. I cui risultati si attendono per il fine settimana.
L’Istituto superiore di sanità anche per questi due casi umbri, così come avvenuto per quelli di Varese e dell’Abruzzo, ha coinvolto l’Oms.
La variante preoccupa molto le autorità regionali. Anche perché potrebbe spiegare l’anomalo incremento dei contagi nella provincia di Perugia rispetto a quella di Terni. “O gli umbri, nelle due province, hanno avuto comportamenti molto diversi tra loro dopo Natale oppure circolano varianti del virus” dice l’assessore Coletto.
Anche per questo la situazione dell’Umbria, e del Perugino in particolare, è attenzionata dalle autorità sanitarie nazionali.
Le varianti del virus incidono in particolare sulla velocità di propagazione. Quella inglese, è stato calcolato, aumenta di 0.8 l’indice Rt. Velocità di diffusione forse ancora maggiore nel caso della variante brasiliana. Simile a quella riscontrata sui due pazienti umbri.