Maggioranza di centrodestra impegnata negli ultimi giorni nel trovare la quadra sui direttori in sanità, tema da tempo posto da Fratelli d’Italia e poi da Forza Italia. “Non ci saranno rivoluzioni” aveva detto solo qualche giorno fa l’assessore Luca Coletto. Che nel conclave di maggioranza era diventato il bersaglio di malumori incrociati da parte degli alleati del suo partito, la Lega.
Per la verità da altre parti ci si aspetta un cambio sostanziale, con almeno 3 dei 5 apicali della sanità umbra. Anche perché due hanno preferito salutare, senza attendere le decisioni dei partiti. Visto che tutti sono sotto esame, per quella “verifica annuale” scelta, con un difficile compromesso, al momento delle ultime nomine.
Dopo Marcello Giannico, che quattro mesi fa ha lasciato l’ospedale di Perugia per andare al Forlanini di Roma (da allora il suo ruolo al Silvestrini è coperto temporaneamente da Giuseppe De Filippis), anche Gilberto Gentili saluta l’Asl1. Dal primo giugno tornerà a dirigere il distretto sanitario delle Marche, lasciato appunto per la chiamata di Tesei in Umbria. Con direttore amministrativo un altro marchigiano, Alessandro Maccioni.
Insomma, due caselle si sono liberate da sole. E quelle a Perugia non erano proprio le poltrone più scomode, viste le critiche mosse proprio in occasione del vertici di maggioranza di Deruta a come si sta gestendo la sanità nel Ternano.
Il Partito democratico va all’attacco. Anche perché la notizia delle dimissioni di Gentili arrivano dopo quelle del direttore Reboani, alla guida della Direzione strategica in cui confluisce il coordinamento di tutto il Pnrr e la nuova programmazione dei fondi comunitari.
La conferma che la maggioranza di centrodestra stia “scricchiolando“, secondo il Pd, arriva da quanto avvenuto nell’ultima Commissione sanità e sociale, quella in cui si sarebbe dovuto approvare il regolamento in materia di ‘Disciplina dei requisiti aggiuntivi e classificazione delle strutture sanitarie e socio-sanitarie di assistenza territoriale extraospedaliera’, dopo il voto unanime sull’atto è stato possibile solo grazie alla presenza di tutti i consiglieri di minoranza, che hanno garantito il numero legale alla seduta viste le assenze del centrodestra.
Proprio a ridosso dell’incontro che la governatrice Tesei ha avuto con i segretari regionali dei partiti della coalizione, Zaffini, Romizi e Caparvi. Ordine del giorno, proprio le nomine in sanità. “Un valzer di nomine in sanità finalizzate non a premiare competenze e obiettivi raggiunti, ma a sedare le lotte intestine interne alla destra garantendo così (forse) una possibile stabilità ad una coalizione litigiosa, ma non di certo l’interesse dei cittadini” accusa il Pd.
La Lega, intanto, risponde di meme, ironizzando sul Pd, che nella sua denuncia social aveva sbagliato la foto del direttore Gentili. “Ma è del mestiere?” fa dire a Zalone il partito di Salvini, con Bori al di là della scrivania al posto della dottoressa Sironi del film “Quo vado?”. E poi la replica, riferendosi ai dem: “Si sono già dimenticati di Concorsopoli?“.
Un sondaggio è stato fatto anche per riportare in Umbria Maria Gigliola Rosignoli, che attualmente guida le cliniche del gruppo Maugeri. Non per dirigere una sola Azienda, ma per la direzione della sanità (il posto da assessore, la sua ambizione, qualora Coletto vada altrove) il viaggio di ritorno si potrebbe fare. Anche perché Massimo Braganti potrebbe essere dirottato altrove. Lui ha un contratto blindato, a differenza degli altri direttori, la cui situazione di bilancio potrebbe consentirne la rimozione senza troppi rischi di ricorsi. Una nomina alla Asl 1 non è vista troppo bene all’interno della maggioranza per le amicizie con il gruppo altotiberino. Ecco allora un possibile ritorno a Terni. Non alla Asl2 – dove ci fu il caso della delibera di Capodanno – ma all’Azienda ospedaliera. Magari con Casciarri direttore amministrativo. A quel punto Massimo De Fino potrebbe approdare a Perugia.
Si prepara il ritorno di Gabriella Guasticchi, già dirigente all’Asp Lazio e poi silurata da Zingaretti (una vendetta dem, secondo qualcuno). A lei, in quota Fratelli d’Italia, potrebbe essere affidata la sanità regionale.
Solo il ritorno in ballo del nome di Maria Gigliola Rosignoli, già dirigente ai tempi della Lorenzetti, e di “qualche parente di precedenti amministratori regionali” fa rizzare i capelli anche a un ex consigliere regionale e oggi nell’Assemblea ternana, Emanuele Fiorini. Cha ha lasciato malamente la Lega di Virginio Caparvi “che non sembrerebbe in grado di gestire neanche un condominio” accusa. Mettendo nel mirino anche Coletto, augurandosi che torni quanto prima in Veneto.
“Conti fuori controllo” in sanità ricorda Fiorini, citando la convocazione del Mef. E i segretari dei partiti che si riuniscono solo per decidere i direttori: “Se l’incontro per la spartizione delle poltrone lo avesse fatto l’allora presidente Marini, già dal giorno prima – attacca ancora Fiorini – gli attuali governanti regionali sarebbero stati sotto Palazzo Donini. Perché all’epoca lo slogan era: fuori la politica dalla gestione della sanità. Slogan poi messo nel dimenticatoio” accusa l’ex consigliere regionale. Che invece torna a ribadire la necessità di nomine in sanità frutto di competenza e non di calcoli politici. Arrivando ad augurarsi che la sanità umbra venga commissariata.