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Valzer di manager in sanità, per Coletto è normale: “Il nostro percorso non cambia”

Nella sanità umbra senza pace, più volte – specie all’approssimarsi di appuntamenti elettorali – si è parlato di un possibile dell’assessore alla Sanità regionale, Luca Coletto, che sarebbe stato destinato ad incarichi romani. Ed invece Coletto è ancora lì, con buona pace anche di chi, in maggioranza, lo vede come fumo negli occhi.

A cambiare, in un turbinio di nomine e dimissioni, sono invece i manager della sanità umbra. “Nessun balletto di direttori, ma un avvicendamento di professionisti che, in un momento estremamente delicato per la sanità nazionale e non solo regionale, punta a garantire ai cittadini risposte alle domande di cura”, replica l’assessore. Che ricorda come l’Anno Zero della sanità umbra sia stato il 2019, quando le indagini sulla cosiddetta Sanitopoli avevano portato al commissariamento delle quattro Aziende sanitarie umbre.

“Nel 2019 – ricorda infatti Coletto –  la precedente Giunta regionale è stata costretta dalle note vicende giudiziarie a nominare dei commissari che avessero le caratteristiche dell’estraneità e della terzietà rispetto al sistema sanitario umbro, per garantire la tutela del sistema sanitario regionale. Infatti, i commissari straordinari per definizione, ricoprono un incarico temporaneo, dettato dall’emergenza, fino alla nomina dei direttori generali. Nomina quest’ultima, fatta dall’attuale Giunta regionale nel giugno 2020”.

Poi, però, non è che una volta tolto il vincolo dei commissariamenti si sia trovata una quadra stabile per la sanità umbra. “Sempre in merito agli avvicendamenti di alcuni commissari – aggiunge Coletto – va precisato che sono avvenuti per trasferimento volontario presso altre aziende (Luca Lavazza dalla Usl Umbria 1 all’Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna, Massimo Braganti dalla USL Umbria 2 all’Azienda sanitaria-universitaria Friuli Centrale, Lorenzo Pescini dall’Azienda ospedaliera di Terni all’Azienda Usl Toscana Centro) mentre per gli altri si è giunti alla scadenza naturale dell’incarico temporaneo. Mentre per quanto riguarda i direttori generali nominati per tre anni, tre di questi (Gilberto Gentili, Marcello Giannico e Pasquale Chiarelli) hanno rassegnato le dimissioni per scelte personali. Stesso discorso vale per il direttore regionale Claudio Dario che nel 2020 ha lasciato il suo incarico per raggiunti limiti d’età”.


Braganti per l’Estar,
nuovo cambio in vista per la Asl1


Insomma, scelte private. Segno, però, che fare il manager nella sanità umbra non sia poi così ambito. Come dimostrano anche i tanti nomi cercati in questi anni, che hanno però declinato l’invito, restando nei loro uffici fuori dai confini regionali.

Ma l’assessore Coletto non sembra preoccuparsene: “L’amministrazione regionale sta mettendo in atto tutte le misure strutturali per sostenere e rilanciare il sistema sanitario anche attraverso la nomina di manager in grado di raggiungere gli obiettivi loro assegnati che allontanino definitivamente l’Umbria da una fase di opacità amministrativa e gestionale come quella che ha pesantemente contrassegnato il 2019. Gli avvicendamenti ai vertici delle Aziende sanitarie, per scelte dei singoli direttori – conclude l’assessore – avvengono in tutte le regioni italiane. Ma per quanto ci riguarda, non intaccheranno il percorso che abbiamo intrapreso”.

Cambiano i musicisti, dunque, non lo spartito. Anche se qualcuno, all’interno del centrodestra, pare aspetti con ansia le prossime elezioni per provare a cambiare musica.