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Valtiberina invasa da “punti interrogativi”, il mistero continua

“Non è un attentato terroristico, non è una simbologia usata dagli zingari e non sono nemmeno gli extraterrestri. L’arte è un bene pubblico. Se riesci a capire quello che stai vedendo e ne riconosci il valore, hai la possibilità di usufruirne nel modo più materiale del termine”.

Questo è l’unico “indizio” concreto ritrovato, ad Anghiari (Ar), e scritto vicino ad uno dei tanti punti interrogativi colorati che stanno letteralmente invadendo la Valtiberina umbra e toscana. Il presunto autore del suddetto messaggio, firmatosi “Artista Anonimo”, ha voluto “chiarire”, a suo modo, quello che ormai è diventato un vero e proprio mistero a cui la gente cerca di dare risposta con le ipotesi più disparate e improbabili, chiedendosi soprattutto cosa vogliano dire questi simboli e perché si moltiplicano col passare dei giorni.

Una forma d’arte (?) – A quanto pare, dunque, alla base di questo fenomeno, venuto fuori in sordina già dai primi mesi del 2015 a Sansepolcro (Ar), ci sarebbe una forma d’arte, magari un chiaro progetto di street art con un messaggio sociale ancora tutto da decifrare (pare anche che la maggior parte dei punti interrogativi si trovi nei pressi di siti che presentano problematiche varie, come strade ad alta velocità o edifici vecchi da recuperare). E’ possibile che l’ideatore di tutto ciò abbia anche agito proprio per sollecitare le persone a porsi delle domande ed andare oltre le apparenze di quello che di fatto è un semplice segno di interpunzione, simbolo per eccellenza di dubbio e incertezza. Fatto sta che l’ “epidemia” di punti interrogativi, che aveva prima iniziato a colpire alcuni Comuni della bassa Toscana, sta ora espandendosi a gran velocità anche nell’Altotevere umbro.

I punti interrogativi, tutti con la medesima e semplice forma ottenuta con uno stencil (maschera normografica dentro la quale basta spruzzare la vernice per ottenere la figura), si differenziano solo per grandezza (alcuni ben visibili anche da lontano, e altri piccolissimi) e colore (rosa, gialli, rossi, d’argento ma soprattutto neri e azzurri). Molti di essi sono spesso stati avvistati nei pressi di alcuni sottopassaggi ma si possono anche trovare sulle mura di vecchie case in disuso, sulle piccole cabine dell’Enel, sui cassonetti e sui vetri delle pensiline alla fermata dell’autobus. Tuttoggi, nella sua lunga ricerca, ne ha individuati ben 33.

I misteri nel mistero – Nonostante il piccolo indizio lasciato dall’Autore Anonimo molti restano i misteri ancora insoluti: non è chiaro, infatti, se ad agire sia una persona sola o un gruppo organizzato, dato che nessuno è mai riuscito a “beccare” gli autori sul fatto. Neanche la confusa e dispersiva disposizione dei simboli sul territorio sembra dare un senso alle strane apparizioni, sebbene questi siano tutti compresi entro un cerchio immaginario che comprende e interessa i Comuni di Sansepolcro, Anghiari, Monterchi, Citerna, San Giustino e Città di Castello. Collocazione precisa o pura casualità? Da notare che i punti interrogativi non sempre sono ben visibili e, anzi, a volte risultano quasi impossibili da scorgere (anche per le ridotte dimensioni), se non per caso. Bisogna anche aggiungere che alcuni, di dimensioni molto grandi, sembrerebbero stati messi in punti strategici, tipo quello nei pressi del Museo della Madonna del Parto di Monterchi, dei cavalcavia della E45 a Selci e San Giustino e degli ex Seccatoi di Burri, mentre altri (spesso anche più piccoli) sono stati posizionati in luoghi più improbabili e poco frequentati (vedi quello su una vecchia colonna nei campi di Anghiari).

“Comune estraneo” – Il vicesindaco di Città di Castello, nonché assessore alla Cultura tifernate, Michele Bettarelli, ha dichiarato di essersi più volte imbattuto in questi misteriosi simboli ma, allo stesso tempo, ha sottolineato che l’enigmatica iniziativa non è affatto opera del Comune.

C’è da aggiungere che l’incomprensibile distribuzione sul territorio di questi suggestivi segni d’interpunzione, per chiunque voglia andarne alla ricerca, è un ottimo modo per esplorare i vari luoghi della Valtiberina. Arte a parte potrebbe benissimo trattarsi anche di un’ottima trovata per incentivare il turismo…Non ci resta che aspettare i prossimi sviluppi e scovarne di altri.