Categorie: Città di Castello Cronaca

Valtiberina, Frode fiscale nel calcio dilettantistico / Denunciate 135 persone

Il mondo del calcio umbro torna a far parlare di sé ma non certo per qualche impresa particolare. Dopo quasi due anni di accertamenti nei confronti di un’associazione sportiva dilettantistica di calcio (militante in Promozione) accusata di frode fiscale ai danni dell’Erario, infatti, la Guardia di Finanza di Città di Castello ha denunciato alla procura perugina ben 135 persone, rappresentanti di 141 aziende coinvolte, per un giro di fatture false per 2,5 milioni di euro relative a sponsorizzazioni “gonfiate”. I controlli erano partiti dopo alcune specifiche direttive del Comando Provinciale della GdF di Perugia contro il fenomeno delle false sponsorizzazioni e pubblicità negli ambienti sportivi.

Secondo l’accusa il factotum dell’associazione era dedito alla produzione sistematica di fatture per operazioni inesistenti riguardanti sponsorizzazioni “alterate”. Facendo leva sullo stato di necessità di raccolta di risorse economiche delle squadre di calcio, l’amministratore proponeva ai propri clienti sponsorizzazioni sovrafatturate: complessivamente l’ammontare delle fatture false emesse dall’associazione sportiva è stato quantificato in 2,471 milioni di euro, per un’Iva dovuta pari ad 494mila euro.

L’escamotage fraudolento consisteva nella “sovrafatturazione” delle prestazioni pubblicitarie consistenti nell’apposizione di striscioni pubblicitari a bordo campo, messaggi sonori durante le partite e scritte sulle divise. Tutti i pagamenti avvenivano con mezzi tracciati (assegni bancari, bonifici) e solo successivamente l’amministratore dell’associazione restituiva ai titolari delle imprese committenti parte del denaro in contanti, trattenendo solo un modesto importo, variabile in base agli accordi concordati caso per caso.

I finanzieri avrebbero accertato un elevatissimo numero di operazioni in tutto o in parte inesistenti, non compatibili con le “modeste dimensioni” dell’associazione calcio, con conseguente danno per centinaia di migliaia di euro all’erario dello Stato, sia in materia di imposte sui redditi che sull’imposta sul valore aggiunto.

Tra i soggetti utilizzatori sono state individuati società, ditte e professionisti ai quali oltre alla denuncia penale per utilizzo di fatture false, si procederà al recupero dei relativi costi indebitamente dedotti e dell’Iva che altrettanto indebitamente hanno “scaricato”. E’ stata avanzata la proposta di sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente nei confronti dei beni riconducibili agli indagati.