E’ iniziata oggi (8 giugno) in tre comuni della Valnerina la campagna vaccinale che vede in campo l’Esercito con la collaborazione di Croce Rossa, le altre forze dell’ordine e le amministrazioni comunali. I primi hub vaccinali straordinari dell’area del cratere del sisma del 2016 sono stati aperti a Poggiodomo, Polino e Vallo di Nera. Entro due settimane verranno coinvolti tutti e 14 i comuni del territorio, con l’obiettivo di rendere questa area turistica Covid-free.
Nel piccolo comune della Valnerina ternana in campo anche i carabinieri della Compagnia di Terni a supporto dell’Esercito.
Il vaccino è stato somministrato anche a domicilio nelle abitazioni di chi non poteva raggiungere i centri vaccinali allestiti grazie alla collaborazione dei Comuni.
A Vallo di Nera, in questa prima giornata, sono stati una cinquantina gli abitanti – nella fascia di età tra i 14 e i 65 anni – che hanno ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid-19. In particolare è stato somministrato il Comirnaty di Pfizer – Biontech e il Janssen della Johnson & Johnson.
Il Comune di Vallo di Nera, che ha molto apprezzato l’iniziativa di portare il servizio vicino ai cittadini, ha collaborato mettendo a disposizione l’immobile, il proprio personale e una volontaria del servizio civile. Nella mattinata il punto vaccinale è stato raggiunto dal Generale Saverio Pirro e dal Maggiore Mirko Magrini che hanno salutato il gruppo sanitario coordinato dal tenente Ruiu e si sono intrattenuti con il sindaco Agnese Benedetti e la popolazione presente. Accanto all’esercito erano presenti l’ambulanza e gli operatori della Croce Rossa italiana.
“Esprimo la soddisfazione dei cittadini interessati – dice il sindaco di Vallo di Nera – che hanno potuto ricevere, in brevissimo tempo, in loco e senza intoppi, la dose di vaccino. Ringrazio l’Esercito italiano, lo Stato, la Prefettura di Perugia, la Regione dell’Umbria, la Croce Rossa, i collaboratori del Comune e quanti hanno aiutato per la migliore riuscita dell’iniziativa”.
Sulla campagna vaccinale in Valnerina arriva il commento positivo del Movimento 5 stelle umbro, attraverso il consigliere regionale Thomas De Luca. Di seguito la sua nota.
“Ci trova pienamente d’accordo il programma illustrato dal commissario D’Angelo che prevede di avviare una campagna di vaccinazione a tappeto su tutta l’area del cratere sismico con il dovuto supporto ai sindaci e una migliore comunicazione ai cittadini. Ma al tempo stesso chiediamo che questa campagna venga estesa a tutte le aree disagiate. Uno sforzo in cui il M5S cercherà di fare la propria parte sensibilizzando le comunità locali. Auspichiamo un concreto coinvolgimento dei sindaci e delle associazioni di volontariato locale che in questo senso possono risultare un valore aggiunto. Nel chiaroscuro della campagna vaccinale umbra, ad oggi, il distretto più penalizzato è quello della Valnerina con una percentuale di vaccinati con prima dose del 45,56%. I distretti con la migliore percentuale di vaccinati sono Tuderte e Alto Chiascio che ad oggi sono rispettivamente sopra il 55% e il 57%, mentre la media regionale si attesta intorno al 53%. Una differenza rilevante che penalizza proprio quell’area già in forte sofferenza e che stenta a ripartire dopo il sisma del 2016. Una zona che più di altre sta pagando la mancanza di servizi sanitari. Ma la situazione è critica in tutte le aree interne. Nell’orvietano così come nel distretto di Narni-Amelia le percentuali sono ancora sotto la soglia del 50%. I motivi legati a queste problematiche sono molteplici. Dall’indice di anzianità particolarmente elevato di queste zone, all’isolamento dovuto alla dislocazione abitativa in piccole frazioni. La scarsa attitudine all’uso degli strumenti digitali utili alla prenotazione, ma soprattutto la mancanza dei minimi servizi di rete che non arrivano in queste zone. Anche nell’ottica di un auspicabile e rilevante afflusso turistico che potrebbe arrivare nei nostri borghi, in particolar modo nella Valnerina e nelle aree del cratere, riteniamo doveroso concentrarci maggiormente per mettere in sicurezza sia i turisti che le persone più fragili che abitano in queste zone. Comunità che da tempo sono rimaste indietro rispetto alle aree a più alta densità abitativa e dove, ad oggi, mancano adeguati presidi sanitari”.