Confermate le circa 5 mila dosi di vaccino Pfizer attese in Umbria. Insieme ad Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise e Valle d’Aosta, l’Umbria è infatti tra le regioni che per questa settimana non subirà riduzioni di forniture a seguito della comunicazione di Pfizer di dover ridurre di circa 165 mila unità le dosi destinate all’Italia. Decisione “unilaterale“, ha lamentato il commissario Arcuri.
Proprio le incertezze sulla capacità (o la volontà) di Pfizer di rispettare le consegne opzionate ha indotto il commissario Arcuri a chiedere alla Regioni di lasciare una scorta di circa il 30% delle dosi per assicurare i richiami, che devono essere effettuati dopo 21 giorni dalla prima iniezione.
Da domani (lunedì 18 gennaio) in Umbria sarà effettuato il richiamo su coloro che hanno ricevuto la prima dose lo scorso 27 dicembre, in occasione del Vaccine Day che si è svolto all’ospedale di Spoleto. Operazioni che proseguiranno anche martedì. Dal momento della somministrazione del richiamo, l’immunità al Covid (stima al 95%) avverrà dopo una settimana. Insomma, dal momento della prima somministrazione, si è immuni al Covid dopo un mese.
Vaccino anti Covid, il primo
a una dottoressa di Perugia
Anche in Umbria, comunque, la somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer è stata sospesa in attesa dell’arrivo della nuova fornitura, avendo raggiunto la soglia fissata dal commissario.
Attualmente sono 13.156 gli umbri che hanno ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer, il 78,8% delle 16.685 dosi disponibili. Due terzi dei vaccinati sono donne.
Quanto all’età, sono stati vaccinati 1.987 over 60, 436 over 70, 1.066 persone con età compresa tra 80 e 89 anni e 648 ultra 90enni.
Anche in Umbria i carabinieri del Nas hanno verificato il rispetto delle priorità indicate dal piano nazionale, per scongiurare favoritismi o comunque un utilizzo improprio dei vaccini. In Umbria non sono state rilevate irregolarità. L’altro personale vaccinato, oltre a quello sanitario ed agli anziani ospiti delle Rsa, risulta essere – come aveva spiegato il direttore Claudio Dario – risulta essere costituito da oss e personale che opera per conto di strutture sanitarie e quindi ad alto rischio infezione.