Ora la Regione è in possesso delle liste inviate da Ordini professionali e strutture sanitarie e socio-sanitarie, pubbliche e private. Oggi sono attesi anche gli elenchi con i dipendenti di farmacie e parafarmacie. Tutte le categorie che, secondo il decreto del Governo Draghi, hanno l’obbligo di vaccinarsi se vogliono continuare a svolgere il loro lavoro così come l’hanno svolto sinora.
Martedì, ultimo giorno per la consegna delle liste di iscritti e dipendenti, i dati sono arrivati alla Regione. Che sta provvedendo ad incrociarli con quelli delle persone che si sono già vaccinate. Alcuni, hanno già ricevuto anche il richiamo del vaccino Pfizer. Altri sono alla prima inoculazione. Ma circa il 13% di loro non aveva risposto all’appello delle aziende a vaccinarsi. Poco meno di 5 mila persone del settore sanitario che entro 15 giorni saranno chiamate a vaccinarsi.
In base alla tempistica del decreto, infatti, la Regione ha 10 giorni di tempo per completare la verifica delle liste. A quel punto comunica alle aziende (o agli Ordini professionali, nel caso dei liberi professionisti) l’elenco delle persone che devono essere vaccinate. Con la vaccinazione (o almeno la prenotazione) che deve essere effettuata nei successivi 5 giorni.
Per chi si rifiuta scatta la sospensione da lavori che prevedono contatti interpersonali o comportano il rischio di diffusione del contagio Covid. Che può trasformarsi in sospensione totale senza retribuzione qualora non si possano trovare mansioni alternative.
A meno che non produca propria certificazione medica che attesti “pericolo accertato per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale“.
Martedì si sono aperte le prenotazioni per i caregiver (cioè chi assiste) e i familiari conviventi dei soggetti estremamente vulnerabili. In Umbria si sono prenotate mediante portale e in farmacia più di 12 mila persone, di cui 5 mila caregiver o conviventi e 7 mila soggetti estremamente vulnerabili. Durante la giornata si sono verificati malfunzionamenti della piattaforma di prenotazione, che sono stati risolti e già nella tarda serata è ripresa la prenotazione.
Disagi tecnici a cui si aggiungono quelli procedurali. Con familiari e assistenti di persone che non rientravano nelle liste automatizzate degli esentati Inps che si sono rivolti ai medici di famiglia per comprendere come mai non fosse loro consentita la prenotazione.
I medici di famiglia, del resto, sono già alle prese con la complessa vaccinazione degli assistiti nella fascia di età 79-70. Formalmente iniziata sempre martedì, ma in realtà nella giornata si è avuta soltanto la consegna di alcuni farmaci ai medici. Vaccino AstraZeneca in fiale che contengono 11 dosi e che quindi richiedono la compilazione di liste con multipli di 11 assistiti, se non si vuole sprecare il farmaco.
Un prodotto, quello messo a punto dalla anglo-svedese AstraZeneca, su cui si attende per oggi (comunque entro domani, giovedì) il nuovo pronunciamento dell’Ema (l’Ente europeo del farmaco) in merito all’eventuale stop precauzionale per soggetti a rischio, pur statisticamente remoto, di trombosi cerebrale. Un’ipotesi è di evitarne l’utilizzo per giovani donne. Cosa che in Italia determinerebbe la rimodulazione per alcuni categorie, come quella del personale scolastico, che ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca ed è attesa dopo due mesi e mezzo per il richiamo.
Martedì è arrivata in Italia la fornitura di un milione e mezzo di dosi del vaccino Pfizer. Fiale che si stanno distribuendo nelle varie regioni.
Proprio le incertezze legate a questa fornitura avevano indotto la Regione Umbria a non accettare prenotazioni nei centri vaccinali il giorno di Pasqua. Con le vaccinazioni programmate che (a parte pochissimi casi di interventi a domicilio) sono state sospese nel pomeriggio di sabato e riprese il lunedì di Pasquetta.
Nella giornata di martedì sono state vaccinate circa 4.400 umbri, di cui 3000 ultraottantenni e 700 soggetti estremamente vulnerabili.