Vaccini, si muove la Regione | Auret “raccoglieremo le firme” - Tuttoggi.info

Vaccini, si muove la Regione | Auret “raccoglieremo le firme”

Christian Cinti

Vaccini, si muove la Regione | Auret “raccoglieremo le firme”

Emendata la mozione presentata dalla Lega, il consiglio vota compatto: ora la Giunta si attiverà “presso il governo nazionale per consentire ai bambini di completare l’anno scolastico”
Gio, 26/04/2018 - 15:27

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Il consiglio regionale “impegna la Giunta ad attivarsi presso il governo nazionale affinché tutti i minori possano giungere alla fine dell’anno scolastico”. Con 17 voti favorevoli – all’unanimità – l’assemblea di Palazzo Cesaroni volta pagina sul tema vaccini obbligatori e segna un punto in favore delle centinaia di bambini da zero a sei anni “esclusi” dalla frequenza della scuola dell’infanzia.

Il voto è arrivato in mattinata dopo il passaggio in terza commissione consigliare, seguito al dibattito che si è aperto dopo la scadenza del termine – lo scorso 10 marzo – entro il quale le famiglie avrebbero dovuto mettersi in regola con gli obblighi vaccinali, necessari a garantire la possibilità di continuare a frequentare le scuole dell’infanzia.

La vaccinazione va condivisa con le famiglie, le imposizioni sono sempre negative”, ha detto in aula Attilio Solinas, presidente della terza commissione, illustrando l’atto che prende le mosse dal documento presentato a febbraio da Valerio Mancini (Lega). “D’altra parte, come medico – ha tenuto a sottolineare lo stesso Solinas – non posso non evidenziare il valore scientifico e sanitario delle vaccinazioni”.
E’ stato un dibattito proficuo ed interessante”, ha invece argomentato l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, anticipando i contenuti del documento che è poi stato portato in votazione.

Nel quale sono stati inseriti due emendamenti: con il primo si sopprime il capoverso della mozione nel quale si fa riferimento al limite del 10 marzo per portare a termine la vaccinazione che avrebbe potuto non essere rispettato a causa del periodo influenzale. Nel secondo emendamento si sostituisce di fatto il dispositivo finale della mozione che impegnava la giunta regionale a intervenire “direttamente”, perché “la Regione non ha questa potestà”: si impegna dunque l’esecutivo ad attivarsi nei confronti del governo nazionale “affinché tutti i minori non in regola con le vaccinazioni, ma regolarmente iscritti e accettati, possano giungere a conclusione dell’anno scolastico 2017/2018 senza interruzione della continuità educativa”.

Questo esito segna, comunque, un momento di svolta nella più generale riflessione sulla bontà della legge sugli obblighi vaccinali e porta l’Umbria sullo stesso piano di altre regioni – sei in tutto, tra cui Toscana e Veneto – che hanno introdotto deroghe rispetto alla “tagliola” del 10 marzo.

Il voto in Regione rappresenta però soltanto una vittoria nella battaglia e non la fine della “guerra”.
La mozione impegna infatti Palazzo Donini ad intervenire sul governo nazionale per individuare una soluzione per quei bimbi che in queste settimane hanno ricevuto le raccomandate che li escludono da scuola (circa 1.400 i minori non vaccinati in Umbria, di questi almeno 800 i destinatari di sanzioni ed esclusioni).
Significa aprire un canale di dialogo con Roma e capire entro quali termini trattare. E se questo, realisticamente, potrà essere fatto davvero in tempi utili, ossia prima che la campanella del 30 giugno suoni per l’ultima volta.

Abbiamo già invitato i genitori a raccogliere le pec delle direzioni scolastiche – dice Roberto Mastalia, presidente di Auret, Associazione autismo, ricerca e terapie – alle quali invieremo il testo della mozione. Cosa che faremo anche con il ministero dell’istruzione e con l’ufficio scolastico regionale. Il dato politico di una regione come la nostra, a guida Pd, che si muove nei confronti di una legge voluta da un governo della stessa parte, è evidente. Ora abbiamo uno strumento in più per cercare di fare pressione e magari fornire a quei dirigenti scolastici, che hanno davvero a cuore il loro mestiere, una ‘scusa’ per procastinare i provvedimenti di esclusione”.

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