Ampia partecipazione di bambini e adulti alle iniziative di Associazione Acqua, Comune di Massa Martana e Regione Umbria,
Positivo il bilancio per “Callisto e l’invenzione delle catacombe”, l’iniziativa tenuta in occasione della quinta giornata dedicata a questi ‘cimiteri sotterranei’ a Massa Martana ha riscosso grande interesse che si è tradotto in una ampia partecipazione di bambini e adulti alle iniziative organizzate dall’Associazione Acqua con il sostegno del Comune di Massa Martana e della Regione Umbria, nell’ambito dell’edizione 2022 del progetto “Humbria2O – La Cultura non si ferma“.
Per l’intera giornata di domenica si sono succedute visite guidate dall’archeologo Stefano Spiganti e Valentina Gubbiotti con trekking – al quale ha preso parte l’assessore del Comunecon delega a turismo e cultura Chiara Titani – lungo l’Antica Via Flaminia e i suoi diverticoli, ripercorrendo il tracciato antico della via Flaminia, ammirando il Ponte Fonnaia, costruzione romana. Nel pomeriggio anche laboratori creativi per i più piccoli insieme al personale di Amodì/servizi educativi.
La catacomba di Massa Martana si estende in località Grotta Traiana, nella frazione di San Faustino È l’unica nota dell’Umbria e una preziosa testimonianza della diffusione del cristianesimo arrivato in questo territorio già dal IV secolo d.C. proprio attraverso la Flaminia.
Si sviluppa attraverso un corridoio rettilineo lungo circa 22 m, che penetra all’interno della collina fino ad una profondità di circa 7 m dal piano di campagna; da questo si dipartono quattro gallerie, due su ogni lato, di cui una con andamento semicircolare, larghe circa 1,50 m con copertura a volta schiacciata. Lungo le pareti si aprono file sovrapposte di loculi di varie misure, spesso chiusi da tegoloni, e aventi, come oggetti di corredo, semplici lucerne in terracotta mentre sul pavimento sono state scavate alcune forme, chiuse anch’esse con tegole, che recano segni circolari incisi prima della cottura. L’assenza di iscrizioni, in genere apposte sulle lastre di chiusura delle tombe che presentavano il nome del defunto, fa ritenere una appartenenza della catacomba ad un ceto non alfabetizzato. Le lucerne e gli altri materiali recuperati indicano una frequentazione dell’area compresa tra il IV e il V secolo d.C.