“Nell’anno accademico 2003/2004, 2.522 studenti ternani frequentavano l’università in Umbria e 1.319 nel Lazio, nel 2014/2015, 2.025 umbri studiano nel Lazio (con un aumento addirittura del 53%) e solo 1.899 in Umbria (-25%). Stesso trend se si guarda ai dati relativi alle iscrizioni al primo anno accademico in corso”. È a partire da questo dato che l’Associazione culturale Terni città universitaria ha aperto il dibattito sul futuro del polo universitario della città dell’acciaio. Una presa di posizione che arriva, contestualmente alla richiesta di aprire un forum sul tema, dopo l’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi tra Comune, Regione e Ateneo e dove sarebbe avvenuta una clamorosa retromarcia sul campus universitario (qui l’articolo).
E se stamattina, proprio in risposta a Terni città universitaria è arrivato l’intervento del capogruppo del Pd in consiglio comunale Andrea Cavicchioli, che invitava a superare le polemiche, nel pomeriggio è giunta la presa di posizione del sindaco Leopoldo Di Girolamo, che attacca duramente l’associazione culturale.
“Suscita sconcerto – ha dichiarato il primo cittadino – la china conflittuale e di rivendicazione esasperata che sembra aver preso l’associazione culturale per Terni città universitaria. L’associazione alla cui fondazione ed operatività ho dato io stesso un contributo fattivo prima di essere eletto sindaco, si era distinta per aver messo in piedi numerose iniziative, anche di grande spessore scientifico, tendenti a dare un contributo alla vita culturale della città ed avanzare proposte che favorissero il consolidamento e la qualificazione del Polo Universitario ternano-narnese. Mi sembra invece che negli ultimi tempi si sia scelta la strada della polemica, che quando va oltre il reciproco rispetto, in specie quando si stratta di istituzioni pubbliche, non aiuta certo la soluzione dei problemi”.
Di Girolamo quindi ricorda le novità normative ed i tagli ai fondi: “Sappiamo tutti che, in un periodo nel quale le nuove regole sui decentramenti universitari ed i punti organico imposta dalla legge Gelmini accompagnata dai tagli rilevanti al Fondo di Finanziamento Ordinario (18,7%) hanno reso critica la situazione delle Università, portandola a scelte dolorose. In conseguenza di quella riforma i corsi di laurea triennali sono diminuiti di oltre il 30% e quelli specialistici di oltre il 25%. A subire queste chiusura sono stati soprattutto i corsi nelle sedi decentrate. Di queste il 34% ha subito una chiusura totale e le altre, come è successo a Terni e Narni, hanno avuto un ridimensionamento. In questo quadro di difficoltà le istituzioni, con il contributo di soggetti quali la Fondazione CARIT, hanno confermato il loro impegno per il mantenimento e la qualificazione della offerta formativa del Polo ternano. Lo hanno fatto anche con lo strumento del Consorzio per lo sviluppo del Polo Universitario che ha contribuito alla copertura dei costi per i contratti dei ricercatori. Ma anche attraverso un impegno diretto della Regione che, fra le pochissime in Italia ha coperto integralmente i costi dal diritto allo studio, facilitando così l’accesso agli studi universitari di tanti ragazzi. Stante le difficoltà del Consorzio a proseguire il suo intervento, ma anche in relazione ad un nuovo quadro di programmazione regionale e di interventi specifici in sede locale (vedi richiesta al MISE per il riconoscimento di Area di Crisi Complessa) abbiamo chiesto alla Regione ma anche alla Università un impegno ulteriore ed una rivalutazione sugli strumenti utili a perseguire gli obiettivi di maggiore qualificazione dal Polo Ternano e più forte integrazione con il territorio. Una prima risposta positiva è stata quella, da parte della Regione, di garantire risorse finanziarie che permettessero l’integrale mantenimento degli insegnamenti su Terni e Narni. Attribuirsi questo merito, quando da tempo le amministrazioni ci stanno lavorando, mi sembra assolutamente inesatto e presuntuoso”.
“Un secondo risultato – dice ancora il sindaco – è stato quello di mettere in piedi una cabina di regia politica con la presenza di tutti i soggetti interessati: Regione, Università, ADISU, comuni di Terni e Narni, insieme ad un comitato tecnico, che definisca proposte e progetti utili a consolidare il quadro universitario a Terni e Narni, compreso quello dei servizi agli studenti, dalle residenze alla mensa, alle aule studio. n quella sede porteremo nuovamente le nostre posposte, pronti ad ascoltare quelle che verranno dagli altri interlocutori e cercare le soluzioni migliori per le nostre comunità”.