Aggiornamento ore 18.19 – Sono 600 gli studenti cinesi iscritti quest’anno ai corsi Marco Polo e Turandot dell’Università per stranieri di Perugia, il doppio rispetto ai 300 dello scorso anno. Lo ha detto il rettore Giovanni Paciullo nel corso della seduta di oggi del Senato accademico.
Nel comunicare i dati (i numeri definitivi verranno forniti al compimento delle procedure di iscrizione previsto per il 16 dicembre 2014 nella conferenza stampa di fine anno), il rettore ha sottolineato “l’importanza delle iniziative assunte dall’Ufficio relazioni internazionali dell’Ateneo e dirette all’attivazione di una nuova e più ampia rete di collaborazioni specificatamente con agenzie e università cinesi”. Il rettore ha ricordato poi “la rilevanza delle attività promozionali che l’Ateneo sta portando avanti in Cina anche in collaborazione con altre istituzioni locali”. Fra queste la recente partecipazione, insieme alla Regione Umbria, alla missione istituzionale prevista nell’ambito del Progetto Umbria Academy. Il Senato accademico dell’Università per stranieri di Perugia ha inoltre avviato la revisione degli assetti organizzativi relativi ai corsi di lingua e cultura italiana portando a compiuto sviluppo il progetto dei corsi on line.
Ore 11.52 – “Dobbiamo capire a che gioco sta giocando la Stranieri e in che modo la Regione intende intervenire per evitare il peggio. Infatti, mentre si sta dibattendo sulle azioni per riportare gli studenti a Perugia, sono già on line i modelli di domanda per la preiscrizione dell’Università per Stranieri di Perugia con sede anche a Roma, Assisi, Firenze, Torino e Milano, confermando di fatto la delocalizzazione dei corsi di studio. A questo punto, qualcuno deve spiegare e rendere conto delle proprie scelte”. Con queste parole Oliviero Dottorini (Idv) commenta la presenza nel sito web dell’Università per Stranieri di Perugia dei moduli per la preiscrizione ai corsi 2014-2015 con particolare riferimento ai programmi “Marco Polo” e “Turandot”.
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E DEI SINDACATI
“Purtroppo – prosegue Dottorini, che nella sua nota fa riferimento anche alla sua carica di presidente dell’associazione ‘Umbria migliore’ – quello cheavevamo denunciato sembra si stia puntualmente realizzando. La fuga in avanti dei vertici dell’ateneo appare grave e indicativa di una malcelata volontà di delocalizzazione degli studenti in altre sedi. Eppure, a quanto ci risulta, il numero di iscrizioni degli studenti cinesi è ritornato al livello degli anni passati, ma resta alto il rischio che vengano dirottati fuori Perugia. In effetti gli studenti, pur essendo iscritti alla Stranieri, potrebbero frequentare nelle città in cui si trovano le scuole private convenzionate con Perugia. E questa possibilità viene offerta agli studenti fin dalla compilazione del modulo di preiscrizione elaborato dall’Università per Stranieri di Perugia e presente nel sito. Sarebbe interessante tra l’altro conoscere quali sono i criteri di sceltadelle sedi esterne e da quale organo istituzionale siano state approvate le convenzioni. E inoltre in quale modo viene garantita la supervisione della didattica da parte della Stranieri?”.
“Dobbiamo evitare in ogni modo – continua – che i tentativi di rilancio vengano vanificati da scelte verticistiche che possano mettere in discussione il prestigio e il ruolo di una delle più antiche istituzioni italiane nell’attività di ricerca sull’apprendimento e sull’insegnamento della lingua italiana. Gli studenti sono ambasciatori della cultura italiana e dell’Umbria nel mondo ed è importante che la qualità e il valore di questa esperienza possano contare sull’esperienza e l’alta professionalità dei nostri docenti. Tra l’altro le strutture individuate in giro per l’Italia raramente paiono godere del prestigio della sede perugina. E’ il caso dell’associazione ‘China Form’ che risulta essere una scuola professionale, che finora si è occupata di corsi on line per parrucchieri, corsi Rec svolti in soli 3 giorni e corsi di lingua italiana che rilasciano attestati di conoscenza linguistica in una settimana. Le informazioni al proposito sono piuttosto ambigue, dato che dal sito della Stranieri pare che gli studenti debbano fare il test di ingresso a Perugia e poi andare nelle altre sedi, mentre addirittura nel sito di ‘China Form’ sembra possano fare l’iscrizione direttamente a Torino e Milano. C’è inoltre da comprendere se esistano o meno conflitti di interesse tra chi riveste ruoli dirigenziali alla Stranieri e chi li riveste presso la Comunità di Sant’Egidio, tra le sedi destinatarie degli studenti delocalizzati”.
“Grazie a una gestione prolungatamente inadeguata – sottolinea Dottorini – l’Ateneo di Palazzo Gallenga risulta essere in uno stato economico-finanziario a dir poco precario, con una perdita netta di esercizio di oltre 510mila euro e un calo drastico dei trasferimenti da parte del ministero, dovuti in larga parte alla non appetibile offerta formativa e alla scarsa efficacia dell’attività di promozione dell’Ateneo. L’incomprensibile calo di iniziativa e di risultati progettuali, affiancati alla riduzione dei proventi derivanti dalla ricerca, rischiano di comprometterne in maniera definitiva il prestigio e le potenzialità. Chiediamo un intervento immediato da parte della Giunta regionale – conclude Dottorini – in grado di mettere un freno alle pericolose fughe in avanti dei vertici della Stranieri per scongiurare la fine di un modello didattico e di un’esperienza accademica fondamentale per il prestigio culturale e l’indotto anche economico che genera nel capoluogo e nell’intera regione“.