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Università per Stranieri “bene comune” / Cgil per salvare l’Ateneo

L’Università per Stranieri di Perugia come “bene comune”. Questo lo scopo dell’iniziativa “La Stranieri per Perugia, Perugia per la Stranieri” che la Camera del Lavoro provinciale ha promosso questa mattina, 4 febbraio, insieme alla Flc Cgil dell’Umbria, presso la sala della Vaccara di Perugia. Una città, il capoluogo umbro, votata per sua natura a ricoprire il ruolo di polo universitario, tra due Atenei, l’Accademia delle Belle Arti e il Conservatorio. E che a sua volta soffre della crisi del calo degli iscritti e di altrettanti problemi economici.

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Assenti questa mattina all’iniziativa sia il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, e il rettore dell’Università per Stranieri, Giovanni Paciullo. “Amministrare una città come Perugia, tanto più se inaspettatamente, è certamente un compito difficile – ha osservato Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil di Perugia – ma evitare il confronto non è mai un buon modo per affrontare i problemi. C’è da segnalare un allarme all’interno dell’Ateneo per Stranieri perugino sulle sue stesse potenzialità, così come sulle scelte che vengono compiute in seno al bilancio dell’Unistrapg. Abbiamo avuto un incontro con docenti e associazioni. Ora era il caso che la Cgil si occupasse direttamente del tema”.

L’Umbria, dalle acciaierie all’Università – Problemi che la Cgil intende invece ha voluto porre al centro di una riflessione pubblica e partecipata, ricordando il ruolo della Stranieri come Ambasciatrice della lingua italiana nel mondo. “E questo perché – ha spiegato nel suo intervento di apertura Domenico Maida, segretario generale della Flc Cgil dell’Umbria – la relazione tra università e città è un tema serio di politica economica che ha risvolti prima di tutto sulle lavoratrici e i lavoratori dell’ateneo. Nei mesi scorsi l’Umbria si stringeva sulle acciaierie di Terni, ma allo stesso tempo i dati economici sulla Stranieri non erano confortanti, in particolare riguardo all’esercizio del 2013. La spending review ha poi accenutato la gravità della situazione. Il rosso di bilancio dell’Ateneo ha ragioni molteplici, dopo la riduzione del fondo ordinario del Miur, che va avanti da quando al Ministero c’era la Gelmini e che vale per gli altri Atenei. In più c’è il danno erariale di 420mila euro dell’ex rettore. A complicare il qusdro c’è il settore produttivo che non partecipa e che bisogna recuperare dalle tasse, poi il degrado urbano perugino e il calo degli iscritti”.

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Ne sanno qualcosa i circa 40 CEL (Collaboratori Esperti Linguistici) che dopo anni di lavoro precario, con contratti di 6-7-10 mesi, rinnovati di anno in anno, ora sono rimasti fuori. “Insistiamo sulla realizzazione del punto del programma elettorale del Rettore, di collocare i Cel a tempo determinato oltre l’area della precarietà – ha affermato Maida – che significa assicurare il ricambio necessario, confermando standard di qualità elevati”.
Umbria Academy e studenti cinesi – Sull’importanza delle sinergie tra istituzioni, enti di alta formazione e città ha insistito anche la vicepresidente della Giunta Regionale, Carla Casciari, che nel suo intervento ha sottolineato in particolare le potenzialità del progetto “Umbria Academy”, rivolto in particolare agli studenti cinesi e ha rivendicato il ruolo di coordinamento che la Regione può e deve svolgere in materia di alta formazione.
“L’Italia molto spesso ha degli straordinari patrimoni che non riesce a valorizzare al meglio e l’Università per Stranieri di Perugia mi sembra un esempio calzante – ha detto nel suo intervento Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Cgil – stiamo assistendo, soprattutto nel Mezzogiorno, ma non solo lì, ad una progressiva desertificazione dell’alta formazione, conseguenza diretta della pesantezza dei tagli e delle modalità di valutazione adottate. Un’impostazione apolitica – ha osservato Fracassi – finalizzata solo alla razionalizzazione economica che si sta dimostrando fallimentare”.
Dunque, con l’iniziativa odierna la Cgil, quella territoriale, ma anche quella nazionale, si impegna a porre la questione dell’Università per Stranieri, con al centro la condizione di chi in essa lavora, a tutti i livelli, compreso quello governativo, tanto più che l’attuale ministro dell’Università, Stefania Giannini, è stata a lungo alla guida del secondo ateneo perugino.

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