Dopo il Ddl Zan il caso Università di Bari, nuova bufera sul senatore perugino Simone Pillon. Finito sulla stampa nazionale per le sue parole contro l’iniziativa del rettore dell’Ateneo pugliese per favorire le iscrizioni di studentesse ad alcuni corsi frequentati maggiormente da ragazzi. Attraverso un mirato taglio delle tasse di iscrizione.
“L’università di Bari – il commento di Pillon – spinge per far iscrivere ragazze a corsi di laurea tipicamente frequentati in prevalenza dai ragazzi. È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all’accudimento, come per esempio ostetricia. Questo però non sta bene ai cultori del Gender, secondo i quali ci DEVONO essere il 50% di donne nelle miniere e il 50% di uomini a fare puericultura. Ovviamente ognuno è libero, e ci sono le sacrosante eccezioni, ma è naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre. Imporre ai maschi di pagare più delle femmine per orientare la libera scelta di un percorso universitario è un modo di fare ideologico, finalizzato a manipolare le persone e la società”.
“La cosa divertente – prosegue il commento di Pillon – è che proprio sulla base della stessa ideologia Gender, orgogliosamente propugnata dal DDL Zan, agli studenti maschi basterà autopercepirsi come femmine per i pochi minuti necessari all’atto dell’iscrizione per poter beneficiare legalmente dello sconto…Già Manzoni insegnava che più le regole sono idiote, più è facile aggirarle…PS. Chissà cosa ne pensa il ministro… Proverò a chiederglielo”.
Parole che hanno scatenato tante critiche, da parte di chi sostiene che Pillon abbia discriminato ancora una volta le donne, relegate ad un ruolo professionalmente subalterno.
E anche l’ironia di Massimo Gramellini, che sul Corriere della Sera ha scritto una nota per il suo Caffè dal titolo: “Minatore Pillon. L’Università, le ragazze e il buio pesto“.
Ma anche a Perugia non mancano le reazioni. “Affermazioni come queste – scrive il consigliere regionale del Pd, Tommaso Bori – oltre a mettere i brividi, ci ricordano ogni giorno quanto siano urgenti norme di civiltà come il #DDLZan. Non solo per contrastare l’odio omofobico e misogino, ma per contribuire all’affermazione di una cultura totalmente opposta a quella maschilista e misogina che personaggi come Pillon si sforzano ogni giorno di preservare e proteggere”.