Perugia

Stranieri, con la Befana arrivano i regali | +115% di fondi all’Ateneo

L’Università per Stranieri premiata con una quota di quasi il 115% in più del Fondo di Finanziamento ordinario (FFO) rispetto al 2015. E’ così che l’attuale Ministro dell’Istruzione, la senatrice Valeria Fedeli, sostituta dell’unica ‘epurata’ del governo Renzi, nonché ex rettore della Stranieri, Stefania Giannini, firma il decreto, datato 29 dicembre 2016, con il quale Palazzo Chigi assegna a uno degli atenei perugini fondi per 2.083.539 euro, quando l’anno precedente la Stranieri aveva portato in cassa 969.994 euro. Un balzo in avanti incredibile, se si pensa che a parità di criteri l’Università degli Studi di Perugia passa da un fondo premiale di 28.480547 euro nel 2015 a un 26.442.435 euro di quest’anno.

Ma andiamo per ordine. Per comprendere come questi fondi confluiscano nel bilancio dei singoli atenei è necessario partire dalla Legge di Stabilità. Nel 2016, la previsione della spesa del Ministero dell’Istruzione è stata pari a  € 6.919.317.619. Linfa vitale per le università sono proprio i fondi di finanziamento ordinario, composti da quota base, quota premiale e intervento perequativo. Sono infatti utili, come si legge nel decreto firmato dal Ministro Fedeli, “alla promozione e al sostegno dell’incremento qualitativo delle attività delle università statali e al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse“.

Di questi quasi 7miliardi, 1.433.000.000 euro è appunto la quota premiale. Di tale quota, almeno tre quinti sono ripartiti tra le università sulla base dei risultati conseguiti nella Valutazione della qualità della ricerca (VQR) e un quinto sulla base della valutazione delle politiche di reclutamento, effettuate a cadenza quinquennale dall’Agenzia nazionale per la valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR). Sempre in base al decreto, inoltre, il Ministero stanzia interventi straordinari per gli eventi sismici del 2016, pari a € 15.000.000 sono destinati agli Atenei di Camerino e di Macerata, sulla base di appositi accordi di programma con tali Atenei, per assicurare il ripristino del corretto funzionamento delle attività in conseguenza degli eventi sismici verificatisi nel corso del 2016.

Controllando quindi quanto compare nelle tabelle denominata “quota premiale, intervento perequativo e assegnazione totale comprensiva dei piani straordinari” per l’anno 2016 questi i dati che vengono fuori: la Stranieri ha una quota base degli FFO 10.719.413 euro. Inoltre le spettano: 941.018 euro per la qualità della ricerca, a cui si aggiungono 735.498 euro per le politiche di reclutamento, 339.792 euro per l’internazionalizzazione e 67.231 euro per la didattica. Che fa in totale 2.083.539 euro. Un 114,8% rispetto al 2015, se si pensa che un anno fa la quota premiale era pari a 969.994.

Un calcolo che in parte stride con tutte le classifiche pubblicate negli ultimi mesi anche a proposito della qualità della ricerca, che investivano la Stranieri non certo di ricchi premi. In base alla ricerca pubblicata da Il Sole24 Ore nella top ten degli Atenei italiani in base ai criteri Anvur compaiono la scuola degli alti studi di Lucca, i due poli d’eccellenza di Pisa (la Normale e il Sant’Anna), Trieste, Iuss Pavia, Trento, Padova, Venezia Ca Foscari, Milano Bicocca e Bologna. Appena due giorni fa, inoltre, sempre il quotidiano economico aveva pubblicato un’altra classifica, che stila la lista dei migliori atenei d’Italia. Se in questo caso la Studi si posiziona al 30esimo posto (dal 35esimo dello scorso anno), in direzione opposta e contraria, invece, c’è proprio l’Università per Stranieri di Perugia, che nel 2016 è passata al 51esimo posto (nel 2015 si era fatta spazio al 46esimo).

E se le classifiche Anvur sono ‘protette’ da password e i quadri della qualità della ricerca vengono inviati direttamente agli atenei come report privati, confrontando i dati de Il Sole24 Ore con quelli delle quote premiali troviamo proprio l’eccellenza dell’IMT di Lucca con un plus di ‘soli’ 1.294.507 euro (poco più della metà di quanto spetti alla Stranieri), mentre la Normale e la Sant’Anna percepiscono fondi di fatto quasi invariati tra il 2015 e il 2016: si passa da 4.291.994 euro dello scorso anno a 4.207.899 euro nel 2016 per la Normale (in lieve ribasso dunque), mentre va meglio alla Sant’Anna, dove la quota premiale cresce da 4.179.473 euro a 5.988.891 euro.

Si può parlare allora di un’inversione di tendenza? Sembra di sì, dato che, studiando la tabella nella sua complessità, dai fondi per il 2016 sono gli atenei del sud a riprendere fiato, insieme alla Stranieri di Perugia: tra tutte spiccano Catanzaro (+12.2%), l’Università della Campania (+6,2%) e Napoli Orientale (+4,1%), che ottengono risultati migliori sia rispetto al centro, dove gli atenei positivi sono la Politecnica delle Marche (+1,6%), Foro Italico (+1,6%) e Roma Tre (+0.35%), che rispetto alle università del nord, con gli aumenti maggiori a Torino (+2.6%), Venezia Ca’ Foscari (+2,4%), Bergamo (+2.0%) e Politecnico Torino (+1.5%). La maglia nera però spetta di nuovo al sud, con Messina e il suo -1,13%.

Il ‘trick’ dell’Anvur – A sentire gli esperti, i calcoli beneficiano della valutazione della qualità della ricerca, che ha rivisto i metodi e i pesi di calcolo rispetto al passato, premiando di più chi migliora la sua performance. A smascherare però il ‘trick’ ci pensa il sito Roars, a cui lavora un gruppo di docenti e ricercatori molto attivo e seguito proprio su questi temi. “Fino all’anno scorso si usavano i risultati della VQR 2004-2010, mentre l’FFO premiale 2016 si basa sui risultati (ancora inediti) della VQR 2011-2014″, spiegano, e che dunque si basa una “scala di voti meno ampia“. Cosa c’è dietro all’exploit del 115% della Stranieri, allora? Non il fatto che sia stata più brava di altri atenei, perché i criteri attuali funzionano “come se a scuola un professore, che prima dava voti nell’intervallo 0-10, improvvisamente decidesse di non dare mai meno di 4 e più di 8″, dicono ancora da Roars. Né più né meno, quindi, che “un’illusione ottica“.

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