“Proteggere la diversità culturale, prevenire l’estremismo violento”. E’ iniziato così il discorso di Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco, oggi all’Università per Stranieri di Perugia per il conferimento della sua Lectio Doctoralis per il conferimento della Laurea Honoris Causa in Relazioni Internazionali e Cooperazione alla Pace e allo Sviluppo, celebrata nell’Aula Magna dell’Ateneo. “Mai nella storia recente la cultura è divenuta a tal punto bersaglio e oggetto di sistematica distruzione, come accade oggi in Medio Oriente. L’Unesco, fin dalla sua fondazione, ha definito il fulcro della sua missione nella lotta contro le ideologie assassine: la guerra nasce nella mente degli uomini, è dunque nella mente che gli uomini devono costituire la deifesa della pace”. Bokova ha voluto con queste parole ribadire gli sforzi intrapresi per proteggere il patrimonio dell’umanità e per constrastare il traffico illecito di beni culturali che contribuisce al finanziamento del terrorismo. Bokova intende inoltro sottolineare la necessità di un rafforzamento della lotta contro la radicalizzazione e l’estremismo violento, attraverso l’istruzione, la cultura, la conoscenza e l’informazione, che sono al centro del mandato dell’Unesco. A introdurre la lectio doctoralis della direttrice Bokova, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, padrona di casa da ex rettrice dell’Ateneo perugino. Presenti le istituzioni, tra cui il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, l’assessore alla cultura, Teresa Severini, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Tra il pubblico, presente anche il gruppo dei soci regionali dell’Umbria del Comitato Giovani dell’Unesco, insieme ad una delegazione nazionale.
Contro il terrorismo – Bokova ha evidenziato “la necessità di un rafforzamento della lotta contro la radicalizzazione, l’intolleranza e l’ignoranza”. Le armi da utilizzare sono “l’istruzione, la cultura, la conoscenza e l’informazione, al centro del mandato Unesco”. Il ministro Giannini ha definito Irina Bokova “amica in casa di amici“. “Il mondo ci chiede di aumentare la qualità della cooperazione internazionale – ha detto ancora la Giannini – ed è questo il motivo per cui sono nate l’Università per Stranieri, che insegna e promuove l’identità italiana nel mondo, e l’Unesco, che è l’attore globale delle relazioni internazionali”.
Il ministro Giannini ha poi sottolineato come il “credo” dell’Unesco, “istruzione per tutti“, sia molto vicino a quello della Stranieri, anche perché, come recitano i valori fissati nella costituzione dell’organizzazione mondiale, “é nella testa delle persone che si crea la pace”.
Riferendosi alla situazione internazionale, il ministro ha poi sottolineato la “necessità” della “diplomazia culturale” in modo da far riconoscere “il potere silente della cultura” per ristabilire “dialogo e pace“. Il rettore Giovanni Paciullo, rivolgendosi alla direttrice Unesco e prima di conferire la laurea a Bokova, ha sottolineato che “la prospettiva sulla quale sono ordinate le nostre linee di impegno la ritroviamo nell’idea di un ‘nuovo umanesimo’, da lei compiutamente rappresentata in questi anni“. Un “nuovo umanesimo” del direttore Unesco che per Paciullo “è la credibile e praticabile alternativa ad una antropologia malata ed egoista che rischia di tenere la scena di questo nostro tempo“.
Alla fine del suo intervento, il ministro Giannini ha offerto al direttore dell’Unesco la disponibilità del Ministero per attivare “azioni necessarie e concrete per la formazione dei rifugiati”. Un efficace strumento, ha concluso il ministro, “per prevenire le guerre e garantire percorsi di pace e di stabilità duraturi”.
Il ricordo per Regeni e Solesin – Il Ministro Giannini ha poi voluto ricordare Giulio Regeni e Valeria Solesin. “C’è un filo rosso, quello di essere ‘esploratori della conoscenza’, che unisce le storie diverse e le vicende personali di Giulio Regeni e Valeria Solesin, due giovani ricercatori che hanno lasciato il nostro Paese per creare nuovi mondi e nuovi spunti di riflessione”. La Giannini ha così voluto ricordare il ricercatore italiano trovato morto al Cairo e la ricercatrice uccisa nell’attentato terroristico al Bataclan di Parigi. “Di entrambi abbiamo pianto la morte – ha affermato il ministro – ma dobbiamo essere orgogliosi di loro come di altri visto che rappresentano il nostro capitale umano che è patrimonio dell’umanità come quello dell’Unesco”.
Prendendo spunto dalle loro storie il ministro Giannini ha poi avanzato la proposta di istituire dei “passaporti di libertà“, un atto “semplice ma dal valore simbolico” visto che, ha poi concluso, “l’Unione Europea dovrebbe creare le condizioni migliori per questi attori internazionali”.